Linea demaniale: "Noi non ci arrediamo"

L’avvocato Antognetti annuncia ricorso a nome di Sara Sambuelli e Fabio Garbati gestori rispettivamente del bagno Pitì e del Tramontana

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La linea demaniale non si sposta, almeno così ha recentemente deciso il Tribunale di Genova, ma i balneatori non ci stanno e hanno immediatamente deciso di impugnare la sentenza che li ha visti soccombere nell’azione legale promossa contro Marinella Spa, Agenzia del Demanio, Ministero delle Infrastrutture, Regione Liguria e Comune di Sarzana per ottenere l’arretramento del confine demaniale all’altezza della Litoranea. I gestori degli stabilimenti balneari "Pitì" e "Tramontana" si sono così affidati all’avvocato del foro spezzino Alberto Antognetti per impugnare la sentenza emessa qualche giorno fa dal Tribunale di Genova chiedendone la riforma in Corte di Appello. Secondo la linea difensiva infatti la decisione adottata dal giudice sulla questione demaniale gli attuali gestori degli stabilimenti di Marinella non avrebbero la "legittimazione attiva" per proporre la domanda di accertamento della spiaggia, formalmente intestata alla proprietà Marinella Spa, società in liquidazione. Ovvero accogliendo la tesi proposta dalla società senese rappresentata dai legali Gino Ambrosini del foro spezzino e Giovanni Calugi di Firenze.

Un lungo contenzioso che dopo l’apertura del dibattimento nello scorso dicembre si è risolto con la sentenza di qualche giorno fa che ha visto soccombere i ricorrenti Sara Sambuelli e Fabio Garbati condannati per altro al pagamento di 10 mila euro di lite temeraria oltre alle ulteriori spese legali. L’avvocato Alberto Antognetti che da anni segue la complessa vicenda delle spiaggia del litorale sarzanese ha provveduto a impugnare la sentenza davanti alla Corte di Appello di Genova contro la Marinella Spa, l’agenzia del Demanio e il Comune di Sarzana che nel giudizio di primo grado hanno eccepito la carenza di legittimazione ad agire da parte dei titolari dei chioschi. Una decisione che, secondo il difensore, avrebbe evitato che il Tribunale procedesse nel merito dell’accertamento tecnico per stabilire se l’area sia da ritenersi per le sue caratteristiche naturali appartenente al demanio con impossibilità di appartenere a privati. Nell’atto di appello, tra i vari riferimenti alla legge, viene richiamato anche un verbale redatto dal compartimento Marittimo della Spezia del gennaio 2017 sollecitato dalla nota firmata dal Comitato Sarzana che botta! del 19 agosto 2016 quando in quell’occasione l’Autorità compartimentale riteneva impossibile valutare la portata delle mareggiate a causa delle condizioni del mare calmo e poco mosso senza che poi sia seguito altro sopralluogo.

Anche in relazione alla posizione dei chioschi concessionari di una minima parte dell’arenile delineato demaniale nel 2010 i gestori dei chioschi hanno deciso di impugnare in appello anche la deduzione giudiziale secondo cui le concessioni sarebbero cessate il 31 dicembre 2020 puntando sulla sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 31 gennaio contenente il riconoscimento della legittimità della proroga di tutte le concessioni proprio per consentire allo Stato la complessiva revisione del sistema utilizzato nelle autorizzazioni.

Massimo Merluzzi