Le note contro il logorio della modernità. "Ascoltate e praticate la buona musica"

Il direttore del Conservatorio: "Verdi e Puccini dovrebbero essere pane quotidiano nelle scuole insieme a Pascoli e Leopardi "

Giuseppe Bruno, direttore del Conservatorio ‘Puccini’ della Spezia.

Giuseppe Bruno, direttore del Conservatorio ‘Puccini’ della Spezia.

La Spezia, 22 settembre 2021 - Bellezza. Un tema senza confini, che si declina in espressioni differenti. Impossibile non pensare alla musica, e non a caso, proprio le note saranno fra le grandi protagoniste annunciate dell’evento ‘Aspettando i dialoghi sulla bellezza’, organizzato nella giornata di sabato 25 settembre, nella splendida piazzetta di Montemarcello, da Qn-La Nazione in collaborazione con Regione Liguria. A rappresentarla, con il suo talento e il suo carisma, in un dialogo a tre voci che prenderà il via alle 18.30, il direttore d’orchestra Beatrice Venezi. Ma qual è la salute di questo mondo, oggi, in Liguria? Com’è cambiato il suo ruolo con la pandemia? Come migliorarlo? Ne abbiamo parlato con un interlocutore che lo vive quotidianamente: Giuseppe Bruno, direttore del Conservatorio ‘Puccini’ della Spezia.

Partiamo dalla prima questione: che dire della nostra regione?

"Abbiamo situazioni permanenti in relazione alla musica e alla produzione: il Carlo Felice e Sanremo, con la nostra orchestra regionale, anche se la sede non è centrale rispetto al territorio, stanno uscendo dalle difficoltà del Covid. Il panorama è a macchia di leopardo, ma ci sono realtà vivaci come il Teatro di Savona o Gog e due conservatori importanti, il nostro e quello di Genova, che al momento non hanno ancora espresso sinergie particolarmente potenti. Auspico una maggior politica del territorio".

Giriamo la medaglia dall’altro lato: come esser più costruttivi?

"Spezia, con le cittadine medie intorno, da Viareggio a Chiavari, potrebbe esser ideale per un’orchestra semipermanente. Non creerebbe solo posti di lavoro, ma valore sul territorio, allo stesso modo di un museo o una fondazione culturale. Non tutti erano d’accordo con l’apertura del ’Lia’ in città, ma se ora lo togliessero, sarebbe un vulnus gravissimo".

Qual è la propensione dei liguri verso la musica?

"C’è un problema generazionale, non solo qui: i frequentatori abituali stanno purtroppo sparendo per ragioni anagrafiche e il ricambio è problematico. Ma se non c’è offerta, non c’è fruizione e diminuisce lo stimolo ad andare; allo stesso modo lo streaming fa la sua parte. Nonostante mi piaccia la modernità, sono convinto che le persone vadano motivate".

Serve anche un’educazione alla musica.

"Sì, anche per quello che è il suo potere: stiamo uscendo maluccio dalla pandemia, vedo un inasprimento degli animi e troppa divisione. La musica, come l’arte del resto, potrebbe esser parecchio utile per unire, anche perché non è pro o contro i vaccini".

Insomma, è vero che la bellezza ci salverà, quindi?

"Secondo me sì e lo vedo nella vita di tutti i giorni. Mi è capitato di uscire dal Conservatorio con qualche tensione tempo fa; in auto ho messo un pezzo che mi piace e sono arrivato a Sarzana in stato di beatitudine: insomma, credo che funzioni ancora come una grande psicoterapia, ascoltandola e praticandola. E se aumentiamo il numero di persone che sanno fare buona musica, anche a livello amatoriale, si può migliorare le esistenze come con lo sport".

Anche la presenza di Beatrice Venezi in un evento come il nostro può contribuire ad accrescere l’attenzione...

"Certamente. Si tratta di una persona nota e può sempre esser utile avere una musicista importante, conosciuta e donna. Insieme a contributi del genere, auspico che si torni a una formazione musicale di base: già da scuola si dovrebbero vedere Verdi e Bellini come Pascoli e Leopardi. E non solo: i giornali dovrebbero tornare a fare costantemente le recensioni".

Chiara Tenca