Il feretro, nero, è già pronto. E giovedì sera è stato scortato e deposto sotto le finestre illuminate di Palazzo civico dove si stava discutendo su ciò che rischia di riposarvi dentro. Arrabbiati e ormai pronti a vegliare sulle spoglie dell’articolo 32 della Costituzione italiana che tutela la salute, decine di manifestanti con lumini e bandiere hanno costituito il presidio, promosso e organizzato da Cgil, Arci, Afap, circolo culturale Sandro Pertini, Manifesto per la sanità, Più Europa, Azione, Pd, Le Ali a Spezia, Pci, Rifondazione comunista e Italia Viva, per la difesa della sanità pubblica in occasione del consiglio comunale straordinario. All’ordine del giorno le pesanti ricadute sul nostro territorio del recente piano sociosanitario, approvato il 22 novembre dal consiglio regionale. Il provvedimento, a detta di consiglieri e manifestanti, penalizza la situazione assistenziale della provincia ed è già stato criticato da vari rappresentanti della sanità locale e dall’ordine dei medici spezzini. "Il feretro – spiega l’avvocato Rino Tortorelli, portavoce per il manifesto per la sanità locale – testimonia chi siano gli esecutori testamentari di un morto, che è il servizio sanitario provinciale. Si sta costruendo un ospedale a vantaggio di un privato; case di comunità che sono affidate a cooperative e, dulcis in fundo, l’intramoenia svolta in strutture non più pubbliche. Il servizio sanitario pubblico è praticamente defunto e loro ne gestiscono l’ eredità, consegnandola ai privati. Ancor più inaccettabile è il loro replicare che per i cittadini non ci sarebbe alcun costo. Questo forse nell’immediato ma non nel prossimo futuro che lascerà ai giovani un sistema senza risorse e con un servizio peggiore di mai. I tempi della comunità – conclude Tortorelli – sono diversi e presuppongono la responsabilità nei confronti dei nostri figli".
"La nostra provincia – sostiene Roberto Centi – consigliere comunale per le Ali a Spezia e Regionale Lista Sansa – è la cenerentola di tutte le Asl liguri. I dati sono preoccupanti, tanto che alla Spezia si conta un solo operatore ogni 91 abitanti mentre a Savona uno ogni 58 e a Genova non si riesce neppure a farne il calcolo. Occorre che il Comune e gli organi che governano la nostra città se ne facciano carico come noi faremo questa sera". Altrettanto deciso Jacopo Montefiori, segretario provinciale del Pd: "Non ci rassegniamo al fatto che oggi in Liguria 90000 persone fra cui spezzini, rinunciano a curarsi; 90000 – ribadisce – su una popolazione di un 1.500.000. Non approviamo il silenzio del sindaco circa il taglio selvaggio delle risorse, la carenza di personale e la fatiscenza delle strutture". Anche per Luca Comiti, segretario generale della Cgil, la sanità spezzina è in sofferenza da anni e necessita di un immediato cambio di rotta. Altro nervo scoperto è toccato da Jacopo Ricciardi, segretario regionale di Rifondazione comunista, che definisce aberrante la situazione delle liste di attesa e la conseguente rinuncia alle cure sottolineata da Franco Cirillo, del dipartimento sanità del Pci provinciale.
Alma Martina Poggi