La precarietà del lavoro nel film di Ceccarini

Protagonista del cortometraggio, girato tra Spezia e Milano, l’attore Matteo Taranto, costretto a fare il rider dopo aver perso il posto fisso

Il set del cortometraggio

Il set del cortometraggio

di Marco Magi

Una forte denuncia alla ferocia e alla precarietà del mondo del lavoro, mai così attuale in questo periodo di emergenza sanitaria. È quella del regista Daniele Ceccarini che la urla a modo suo, attraverso il cortometraggio ‘Tutto dipende da te’, girato in gran parte alla Spezia, con alcuni esterni a Milano. Il protagonista è interpretato da Matteo Taranto, un uomo che vive solo con il figlio e che improvvisamente perde il posto fisso, ritrovandosi così costretto ad accettare di trasformarsi in rider. Un ruolo difficile che Matteo ha reso con grande intensità. Lo sguardo sofferente, l’ansia, la frustrazione, l’umiliazione di una situazione di disperazione, l’amore per il figlio, interpretato molto bene dal giovane Leon Carassale, sono sentimenti ed emozioni intime che Taranto è riuscito a comunicare con grande delicatezza. "Il lavoro oggi ha perso qualsiasi tutela, non c’è spazio e rispetto per la dignità delle persone – afferma Ceccarini – . Di fronte a loro, giganti potenti senza anima che possono tutto. Una giungla tutta da esplorare che aspetta disperatamente l’intervento dei sindacati e del legislatore. Il corto è un grido disperato che nasce da un’esigenza: raccontare un momento storico. Il nostro protagonista si trova in una situazione nella quale potrebbe cadere ognuno di noi da un momento all’altro". E non solo a causa del covid.

Taranto rappresenta un uomo disposto ad accettare qualunque condizione. "Ho avvertito tutta la forza evocativa del racconto senza tempo e quindi dell’oggi – dichiara l’attore –. La frustrazione, il senso di spaesamento, l’incapacità di affrontare il quotidiano, sta diventando una pericolosa accettata normalità, una nuova società invisibile di invisibili. Io stesso per fare l’attore, durante i primi anni romani, mi sono adattato a fare il cameriere, lo scaricatore di camion, il commesso, subendo spesso dileggio e soprusi pur di essere pagato e mantenermi". Per lui il personaggio del rider. "Nelle grandi città si tratta sovente di uomini di mezza età che perdono il lavoro e tentano un improbabile reinserimentoi. La fotografia semplice asciutta di Francesco Tassara, il brano musicale interpretato dallo stesso Riccardo D’Ambra, cantante dei Visibì che mi ha fatto tornare alla mente il cammeo di Lindo Ferretti durante le riprese a Bologna del mio primo film dedicato ai fumetti di Pazienza, la cinica interpretazione di un freddo datore di lavoro interpretato con generosità da Roberto Alinghieri, hanno fatto da cornice ad un bellissimo progetto spezzino".

E in questa storia la narrazione è così vicina alla realtà che non è stato necessario rimodellare nulla. "’Dipende tutto da te’ – precisa Tassara - ricorda che il Neorealismo non è estinto. Il Neorealismo cinematografico non identifica solo una corrente storica, ma una certa sensibilità di fare cinema sempre attuale, che ha voglia e urgenza di raccontare problematiche quotidiane. Piccole storie che riguardano tutti noi, che ci sfiorano ma che, per fretta, distrazione o indifferenza, non vediamo o tralasciamo senza riflettervi". Con fonico Michele Borgia, hanno partecipato al film Roberto Lamma, Riccardo Corallo, Francesca Rappa Kadim Diakhaté, Irene Baiardi, Danila Berna e la cagnolina Eva, Arianna Scaletti, Caterina e Riccardo Taraborelli, Fabio Ferrarini, Tiziano Augenti e Andrea Pugnana e Filippo Giuliani della compagnia Ordinesparso.