La formazione per combattere il caporalato Il patto contro lo sfruttamento entra nel vivo

Avviato il primo step del protocollo per la nautica da diporto firmato a luglio. Partono i corsi della Scuola edile sui diritti dei lavoratori

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La lotta al caporalato e allo sfruttamento della manodopera passa attraverso la formazione e l’istruzione degli operai. Ne sono convinte le istituzioni che ieri, in Prefettura, hanno ufficialmente avviato il primo step operativo del protocollo d’intesa per il contrasto ai fenomeni di sfruttamento lavorativo e intermediazione illecita di manodopera nel settore della nautica da diporto, siglato lo scorso 26 luglio. A un anno e mezzo dall’inchiesta della Finanza che ha svelato la rete dello sfruttamento di manodopera nei cantieri degli yacht di lusso, partono i primi corsi di formazione frutto dell’accordo che vede protagonisti, sotto la regia della Prefettura della Spezia, l’Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale, l’Ispettorato territoriale del lavoro, Asl5, Inps, Inail, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil: i corsi, moduli di 4 ore incentrati anche sui diritti e i doveri del lavoratore – nella convinzione che l’accrescimento delle conoscenze dei lavoratori sia prioritario per scongiurare il verificarsi di possibili episodi di sfruttamento lavorativo – sono destinati ai dipendenti delle ditte che operano nell’indotto e ai dipendenti delle grandi aziende che si occupano della gestione del personale delle ditte esterne.

I corsi, tenuti dalla Scuola edile spezzina, si avvarranno della mediazione culturale dell’associazione Mondo Aperto, e potranno contare su parte del finanziamento europeo di 190mila euro intercettato dalla Prefettura, con una restante parte legata alla formazione che sarà a carico delle aziende, della Scuola Edile e delle altre istituzioni. "I lavoratori stranieri sono ovviamente più vulnerabili – afferma il prefetto Maria Luisa Inversini –, persone che hanno alle spalle percorsi migratori importanti e che arrivano da paesi dove il diritto del lavoro e la sua tutela sono molto differenti da quelli italiani. La filosofia di questo protocollo punta a far crescere il settore dal basso, con la formazione dei lavoratori e di quelle figure aziendali che si occupano alla gestione del personale. Questo protocollo rappresenta un salto culturale: vero che quello avvenuto due anni fa è stato un episodio circoscritto, ma questa intesa rappresenta l’impegno della società civile per contrastare questi fenomeni". Un accordo che vede in prima linea Confindustria, con il presidente Mario Gerini che sottolinea come sia "fondamentale la formazione e l’informazione, in particolare nella nautica. L’accrescimento delle competenze dei lavoratori resta la via maestra per colpire il riprovevole caso di caporalato e scongiurare possibili futuri episodi di sfruttamento del lavoro. Ci sono tutte le premesse per fare bene". Con lui il ndirettore Paolo Faconti, che, nel rimarcare la buona collaborazione con le organizzazioni sindacali, ha spiegato che "conoscere diritti e doveri è un aspetto fondamentale, l’esigenza delle aziende è anche quella di avere lavoratori che siano anche cittadini. L’obiettivo è fare in modo che i lavoratori sappiano individuare le istituzioni al quale rivolgersi. Si è verificato un caso, ma ci siamo messi tutti attorno a un tavolo e abbiamo portato a casa un grande risultato".

E proprio le organizzazioni sindacali, che per prime avevano spinto affinché le istituzioni si facessero carico del problema, hanno mostrato la propria soddisfazione per la firma dell’accordo attuativo. "Un’iniziativa importante che mette a sistema formazione e cultura – dice il segretario della Cgil, Luca Comiti –, e mi auguro che questo protocollo, primo in Italia per il settore nautico, possa essere esteso anche ad altre realtà italiane". "Un protocollo che è una pietra miliare per il nostro territorio: la cantieristica è un settore di eccellenza, e vogliamo che anche il lavoro lo sia" ha aggiunto il leader della Cisl spezzina, Antonio Carro, mentre per Mario Ghini, alla guida della Uil, "dobbiamo avere l’abilità di estendere questo protocollo a tutti i comparti lavorativi, perché queste situazioni non ci sono solo nella navalmeccanica. L’obiettivo resta costruire percorsi per andare ad annullare un sistema che non fa bene alla parte sana del mondo del lavoro". I corsi, come assicurato dalla responsabile della cooperativa Mondo Aperto, Florentina Stefanidhi, inizieranno a breve. Una battaglia che vede in prima linea anche l’Autorità portuale che, come sottolineato dal prefetto, "valuterà possibili ripercussioni sulle autorizzazioni rilasciate nei confronti di chi non rispetta le regole sul lavoro".

Matteo Marcello