La tradizione della cucina marinara del Golfo rivisitata da un interprete di altissimo profilo della gastronomia nazionale, tornato "a casa" dopo una lunga esperienza in terra emiliana. Il "viaggio" dell’Accademia italiana della cucina alla scoperta delle eccellenze del territorio ha fatto tappa nei giorni scorsi a Tellaro, dove Gianni D’Amato, con la moglie Fulvia, ha da poco assunto le redini del ristorante della storica Locanda Miranda. Una nuova scommessa per lo chef pluripremiato (due stelle Michelin con il ristorante di Reggiolo dopo quella ottenuta negli anni ‘80 con il "Rigoletto" di Aulla e poi ancora, è storia di oggi, con tre "cappelli" della Guida dell’Espresso e una nuova stella Michelin). Nel borgo amato da Mario Soldati D’Amato ha in qualche modo ritrovato le sue radici dopo una storia di successi in Emilia, prima che il terremoto e poi la pandemia ostacolassero l’ulteriore affermazione della "ditta". Ecco perché quella di Tellaro ha il sapore di una nuova sfida, come lui stesso ha raccontato nel corso dell’incontro con gli accademici Aic spezzini. Una ripresa certo non facile, ma in cui Gianni D’Amato continua a credere. Il ristorante, come detto, si trova all’interno della Locanda Miranda che, aperta nel 1959 dallo chef e titolare Angelo Cabani, scomparso nel febbraio 2019, aveva già ottenuto un stella Michelin. Oggi D’Amato ripropone le linee guida della sua cucina, imperniata sulla tecnica e la ricerca delle materie prime in gran parte locali, i cui capisaldi - come ha spiegato la delegata Aic Marinella Curre Caporuscio nella presentazione - sono i prodotti, i sapori, i colori e i profumi della Liguria di Levante, con un tocco, decisamente riconoscibile, di Lunigiana. Elementi tutti presenti nel menù elaborato per l’occasione conviviale voluta dall’Accademia, dove sono stati proposti come piccolo antipasto (il cosiddetto amuse-bouche) lische burro acciughe, erbazzone con erbe di campo e brandade di baccalà e patate, seguiti da ciuppuin di acciughe, carciofo con bottarga e tartufo nero, per arrivare, dopo un’apprezzatissima lasagnetta con pesce rapini e zafferano, al primo piatto a base di pescato, seguito da uno specialissimo tirami su morbido e croccante, in chiusura. Franco Antola