L’omaggio di Cristina Donadio a ’Kiki’

La performance dell’attrice stasera alle 21.30 in piazza Europa assieme a Marco Zurzolo Ensemble. L’ingresso è gratuito.

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Cantante e pittrice, icona anticonformista nella Parigi degli anni Venti, la modella francese Kiki de Montparnasse fu la musa e l’amante di artisti come il fotografo americano Man Ray, che la immortalò nella celebre immagine della schiena nuda sovrapposta a quella di un violoncello.

‘Je suis Kiki’ è un omaggio che la famosa attrice Cristina Donadio ha scritto e diretto, e del quale sarà protagonista (insieme al Marco Zurzolo Ensemble) stasera, alle 21.30, in piazza Europa, con ingresso gratuito (info 0187 757521 o [email protected], botteghino del Civico aperto dalle 8.30 alle 12, in loco dalle 18). "È uno stato d’animo, un contenitore che incarna la figura femminile che più mi piace – esordisce Donadio, nota anche per il suo ruolo di Scianel in ‘Gomorra’ –: Kiki è un modo di essere. Essa incarna perfettamente l’epoca straordinariamente innovativa, quella del Futurismo e dei grandi cambiamenti".

Un’ammirazione particolare. "Se avessi potuto, sarei stata una modella dei grandi artisti tra gli anni Venti e Quaranta. Se fossi vissuta in quel periodo, l’avrei guardata con invidia. Mi sarei spostata tra Berlino e Parigi, con la voglia di scoprire e trasgredire".

Uno spettacolo sempre nuovo.

"Certo, in questo caso Kiki parla attraverso le parole della scrittrice Marguerite Duras e non della seconda parte della sua vita, quella del declino fra droghe e alcol. Tutto ciò che è Kiki, con le tutte le fragilità di una donna bellissima schiava della propria immagine, sarà nei video anche perché non vi sono molti documenti e immagini, che la raccontino. Assieme ad un montatore abbiamo animato alcune foto, mentre il percorso avverrà attraverso la Duras, che ci ha sempre messo la faccia e raccontato se stessa in maniera feroce e sublime".

Un viaggio interessante.

"Parto in Francia e resto lì, con l’idea dell’Indocina, mettendo in mezzo anche ‘Hiroshima mon amour’. Inoltre una dedica ai ‘Frammenti di un discorso amoroso’ di Roland Barthes. È uno spettacolo ‘a modo mio’, come faceva Franco Battiato quando creava quei suoi dischi ad esempio con Soler, mettendo dentro parole e musica che mi porto dietro".

Le note affidate a un ensemble.

"Un trio meraviglioso formato da piano, contrabbasso e sassofono, che ti fa venire voglia di entrare in territori musicali particolari".

Il problema del rapporto uomo-donna non è ancora completamente superato.

"La lotta per un’identità di genere è meno urgente, non esiste più quella per l’indipendenza. Da risolvere al più presto è invece il trattamento di disparità economica dal punto di vista lavorativo. E occorre soprattutto rivendicare il diritto ad avere delle scelte, qualsiasi esse siano, come hanno sempre fatto gli uomini".

Originale, libera e indipendente come era Alice Prin, ovvero Kiki de Montparnasse.

Marco Magi