"Io, invalido di 77 anni non posso vaccinarmi"

Paolo Gagliardelli, ex consigliere comunale, ha chiesto spiegazioni all’Asl "Non sono ultraottantenne nè ricoverato in Rsa. Così sono escluso: assurdo"

Migration

Si è rivolto direttamente anche alla Asl 5 per avere spiegazioni, lo spezzino Paolo Gagliardelli, senza ricevere però una risposta soddisfacente. "Quello che volevo sapere? Il perché una persona come me, invalida al 100 per cento, che non è però ultraottantenne, ma di anni ne ha ‘soltanto’ 77, dato che viene curato a casa, non abbia diritto ad essere vaccinato con priorità". È stato dieci anni consigliere comunale Gagliardelli (nella foto), molto debilitato nel fisico, ma con ancora la grinta di sempre, pronto a difendere i propri diritti e non solo, visto che non è certo l’unico a trovarsi in quella condizione. Intanto, ci tiene ad elencare le sue patologie: broncopneumopatia cronica ostruttiva con insufficienza respiratoria cronica, enfisema polmonare bolloso in ossigenoterapia domiciliare ("quattro bomboloni di ossigeno ad alto flusso alla settimana, sono attaccato 24 ore su 24"), diabete mellito di tipo 2 insulino trattato, dislipidemia, ipertrofia prostatica e severa polineuropatia diabetica. "E ho avuto anche due ischemie celebrali", aggiunge. Attraverso i dpcm del Governo sono state dettate le regole e stabilite categorie e criteri per l’impiego dei vaccini; precedenza, fra gli altri, dunque, alle persone dagli 80 in su.

"È giusto tutelare gli anziani, che certamente sono la categoria più debole – prosegue Gagliardelli – ma è assurdo il fatto che gli invalidi e chi possiede handicap con gravi patologie sotto a quell’età e non sia ricoverato in una struttura, non venga considerato". Il problema riguarda tutte le regioni. "In Liguria, non essendo arrivati i vaccini per tutta la popolazione, come dovunque, ritengo però che sia un dovere del presidente Toti comportarsi come il governatore del Lazio: somministrare una parte di vaccini anche alle categorie di cui parlavo prima e di cui anch’io faccio parte".

Da qui il suo contatto con la Asl. "Certo, perché ritengo che certe categorie, indipendentemente dall’età anagrafica ad altissimo rischio, nella propria abitazione e non ricoverati in strutture, dovrebbero essere primariamente tutelate attraverso la vaccinazione. Senza contare che la Asl è perfettamente a conoscenza dell’esistenza di tutti i cittadini nelle mie stesse condizioni". Comunque la situazione è questa, a meno di modifiche dettate dal nuovo Governo. "Sono tante le persone affette da gravi patologie che dovrebbero avere priorità nella vaccinazione – conclude Gagliardelli – ma quando ho chiesto informazioni alla stessa Azienda sanitaria locale, mi è stato risposto che le normative ministeriali non lo prevedono. Spero che le disposizioni cambino al più presto. Con la vita non si scherza".

Marco Magi