"Perso il nostro scorcio di Via Lattea". Il Golfo in una bolla di inquinamento luminoso

Gli astrofili spezzini lanciano un sos agli enti e alle imprese: "Ecco le misure da adottare per ridurre gli sprechi degli impianti esterni"

Luigi Sannino e Giulio Scarfi

Luigi Sannino e Giulio Scarfi

La Spezia, 20 febbraio 2022 - L’era green è definitivamente iniziata anche nel nostro territorio? Un desiderio collettivo, che a livello globale le governance dovranno accettare, ragionando in primis sul limitare gli sprechi, per scongiurare l’eccesso di anidride carbonica. L’inquinamento luminoso è uno di questi: si tratta dello spreco di illuminazione rivolto verso il cielo, provocato dagli impianti di irraggiamento esterno mal posizionati o mal progettati.

"Dal 2007 la Regione Liguria ha emanato una serie di leggi e regolamenti che proteggono il nostro cielo – afferma Luigi Sannino, presidente dell’Associazione Astrofili Spezzini – ma ora sta a noi farli rispettare se vogliamo riprenderci ciò che ci stanno ‘cancellando’". Le conseguenze dell’inquinamento luminoso sono molteplici. A cominciare dal danno economico.

"Con una spesa nelle bollette sempre più alta – dichiara Giulio Scarfì, direttore dell’osservatorio astronomico spezzino Iota Scorpii –, a causa dello spreco di energia elettrica: alla Spezia circa il 30/40% degli impianti di illuminazione esterni pubblici e privati spreca luce verso l’alto e di conseguenza elettricità. A livello nazionale è stata calcolata una perdita di quasi un miliardo di euro tra pubblico e privato". Senza contare i danni alla fauna e alla flora.

"Gli animali notturni sono i primi che vedono i loro bioritmi completamente sconvolti, gli uccelli perdono il senso dell’orientamento visivo. La flora poi, in un sistema di forte luminosità che dura tutta la giornata, subisce gravi danni alla sintesi clorofilliana". L’illuminazione notturna male progettata, che riesce ad insinuarsi all’interno della nostra camera da letto, può provocare inoltre gravi problemi al nostro ritmo sonno veglia. "Le luci bianche-blu che filtrano dai nostri infissi, interferiscono con la qualità del nostro sonno". E il cielo stellato? "Quasi completamento sparito sopra la città – riprende Sannino –. Con tutte le difficoltà conseguenti nella ricerca astronomica professionale e amatoriale". Anche a livello divulgativo l’inquinamento luminoso crea problemi.

"C’è estrema difficoltà, da parte di noi astrofili, a fare divulgazione al pubblico e specialmente nelle scuole, per riavvicinare soprattutto i giovani alle meraviglie del cielo – aggiunge Scarfì – . Spesso, durante le serate divulgative, incontriamo ragazzi che non hanno mai visto la Via Lattea. Sì, proprio così. La Via Lattea, che una volta era visibile appena usciti dal centro cittadino, ad esempio sul Monte Parodi, a Sarbia o a San Venerio, ora è addirittura relegata alle cime delle montagne oltre i mille metri di altezza". L’associazione di promozione sociale Astrofili Spezzini – dagli anni ‘80 impegnata nella diffusione della scienza astronomica – persegue la lotta all’inquinamento luminoso già dal 2000, quando impose all’allora gestore delle strade società Salt, attraverso l’impegno del sindaco Giorgio Pagano, la modifica delle sei gigantesche torri faro situate all’uscita di via Carducci. Ancora oggi gli Astrofili proseguono nella loro lotta agli sprechi: "Grazie al Comune – concludono Sannino e Scarfì – alcune importanti aziende locali ci hanno dato ascolto e stanno lavorando per adeguarsi alla normativa entro la fine del 2022".