Sciatore morto, sigilli agli impianti. Sotto sequestro pista e sparaneve

Giovanni Pieroni, forse tradito da una lastra di ghiaccio, è uscito dal percorso e si è schiantato. Aveva 29 anni e facevo l’architetto. Lavorava Milano ma aveva mantenuto la residenza a La Spezia

Operatore del soccorso alpino durante un salvataggio sulla neve (repertorio)

Operatore del soccorso alpino durante un salvataggio sulla neve (repertorio)

Aprica (Sondrio), 9 gennaio 2023 - La vittima dell’incidente sugli sci dell’altro pomeriggio all’Aprica, il 29enne Giovanni Pieroni, pur avendo mantenuto la residenza alla Spezia, città d’origine, lavorava come architetto a Milano, elemento di punta di un team di professionisti lanciato in importanti operazioni sul territorio milanese ma anche altrove. Trascorreva la gran parte del tempo nel capoluogo lombardo, ma non dimenticava di fare ritorno in Liguria, alla Spezia. La vicinanza con la Valtellina lo aveva spinto, unitamente ai genitori e a un amico, a trascorrere le vacanze dell’Epifania all’Aprica, alla ricerca di emozioni e riposo prima di tornare alla routine del lavoro. Era un appassionato di sci, un esperto di discese impegnative.

I poliziotti sciatori della Questura di Sondrio, non hanno ancora ultimato di redigere gli atti relativi al drammatico incidente alla Magnolta. Il turista è stato vittima di un impatto violento che non gli ha lasciato scampo contro il cannone sparaneve. C’è chi ha visto e si è prodigato per i primi disperati soccorsi. Subito le condizioni di Giovanni Pieroni sono apparse gravissime. Dopo i primi tentativi di rianimazione sembrava aver reagito bene. Anche per questo era stata mobilitata l’eliambulanza per effettuare il recupero e portare il paziente all’ospedale di Sondalo; durante il volo , però, il cuore dello spezzino ha cessato di battere. Giovanni Pieroni è spirato e il velivolo, a quel punto, si è diretto a Sondrio. Ieri alle 14.30 si è svolta la ricognizione cadaveri ca ma il titolare dell’inchiesta, il sostituto Marialina Contaldo, difficilmente non disporrà l’autopsia per fare piena luce sul decesso. La decisione sarà assunta oggi.

Intanto è stato disposto il sequestro del “cannone“ sparaneve, dell’attrezzatura sportiva indossata dal ragazzo – che non aveva il casco protettivo – e dell’area che è stata teatro della disgrazia, forse con un tratto ghiacciato e ricoperto di neve artificiale che rende la pista insidiosa se affrontata a velocità elevate. "Si trovava al termine di una pista nera, quindi era uno sciatore esperto – afferma l’assessore al Turismo di Aprica, Alessandro Damiani – ma non si capisce come abbia perso il controllo degli sci in un punto tanto semplice. Siamo vicini alla famiglia così duramente colpita".