Incendio. Notte da incubo per gli evacuati. "I volontari hanno salvato la casa"

La gratitudine di Domenico Ranieri, storico cocomeraio spezzino, verso gli operatori della Protezione civile

Incendio La Spezia notte da incubo per gli evacuati

Incendio La Spezia notte da incubo per gli evacuati

La Spezia, 22 luglio 2022 - Una notte da dimenticare per l’ansia sofferta ma da ricordare per il supporto avuto nell’evitare la perdita della casa. "Se è ancora in piedi è per l’azione dei volontari della Protezione civile. Non lo dimenticherò mai" dice grato Domenico Ranieri, storico cocomeraio spezzino con dimora in fregio alla Variante Aurelia, nell’area ’bassa’ dell’Antoniana.

Quando lo avviciniamo sono le 15 del pomeriggio. Da 36 ore che non chiude occhio. La notte è andata in bianco per presidiare la casa; poi, subito al lavoro nell’esercizio di viale Fieschi, l’ultimo di una serie con la quali Domenico, da quasi 40 anni, delizia il palato degli spezzini.

"Sono stanco, provato ma felice: la casa, minacciata dal fuoco, è rimasta indenne".

La distanza dalle fiamme?

"Considerevole ma l’avanzata era continua, per effetto del vento che scendeva a valle. I volontari della Protezione civile hanno arginato la discesa, andando a combattere in prima linea col fuoco. Sono stati coraggiosi e professionali, oltreché solidali sul piano umano".

Le squadre operanti erano quelle della Spezia e di Porto Venere. Dopo l’offensiva pomeridiana della squadra c’è stato il cambio. Domenico ha dato loro appuntamento nel suo esercizio: "Ho detto ai ragazzi che si sono adoperati per fare scudo alla casa che sarà un piacere averli ospiti".

Il cocomeraio, comunque, ci ha messo nel suo per dare corso al felice esito del combattimento notturno con le fiamme.

"Provvidenziale si è rivelata la vecchia vasca per l’irrigazione di cui dispongo. È molto capiente: 100mila litri di acqua. Un tempo la usavo per la cura del frutteto. Aveva 1500 piante. Poi è arrivato l’esproprio dell’Anas per la realizzazione della Variante e ho dovuto limitarmi alla cura dell’orto". Acqua passata ma anche salvifica, è il caso di dire.

Alla vasca hanno attinto le manichette stese e orientate dai volontari verso il fuoco. "Con quelle in mano si sono spinti nel bosco e hanno arginato l’onda montante. Non abbiamo ricevuto un vero e proprio ordine di evacuazione ma l’invio a trovare soluzioni alternative di ricovero notturno: mia moglie è andata da mia moglie. Io ho preferito rimanere a presidio della dimora. Ieri mattina, passata l’emergenza, mi sono recato al lavoro. La vita continua. Non vedo l’ora di tornare a casa per riposarmi un po’...".

Sul fronte dell’Antoniana sono stati in molti a non chiudere occhio la scorsa notte. Fra questi Stefano Danese, famoso storico e divulgatore spezzino, che abita in una palazzina con vista sulla collina andata a fuoco.

"I bagliori delle fiamme erano impressionati. Il vento poi ha fatto la sua parte per alimentare l’ansia: soffiava verso le nostre case. Ho visto il grande adoperarsi di uomini e mezzi. Hanno svolto tutti, vigili del fuoco e volontari, un ottimo lavoro". Anche Danese sospetta che dietro l’incendio ci sia stata la "manina " di un piromane. "Gli incendi, nel corso del tempo, sono stati ricorrenti. Non penso sia un caso ma non indizi..." dice.

I carabinieri- forestali sono al lavoro per capire e ricostruire eventuali azioni doloso. Hanno già cominciato a r accogliere testimonianze. In questo caso nessun sistema di videosorveglianza è attingibile: la zona ne è priva. Ma in soccorso possono venire, seppur a posteriori dopo la genesi del primo rogo, le immagini girate in automatico dell’elicottero della Regione Liguria. Dispone di un’interfaccia per la comunicazione immediata di interesse investigativo.