In futuro la chiatta acchiappafumi per le navi

Il piano dell’Autorità di sistema portuale è stato ammesso ai fondi dal ministero per la transizione ecologica. Apparato tra 3 milioni di euro

L’aria monitorata dalla centralina dell’Arpal di via San Cipriano è – quanto a livelli di biossido di azoto – tornata "discreta", termine dedotto dalla legenda che accompagna i check giornalieri quando la concentrazione è sotto la soglia dei 32 microgrammi a metro cubo, a fronte dei 40 che la classificano "cattiva". Resta comunque alta l’attenzione del fenomeno del fumo che ’sale’ dalle navi da crociera, quella da crociera in particolare.

In questo contesto, mentre il progetto di elettrificazione delle banchine è in fase di elaborazione, si accelerano i tempi per le "soluzioni innovative per la raccolta ed il trattamento delle emissioni inquinanti dei vettori navali nei porti della Spezia e Marina di Carrara". E’ questo, letteralmente, il titolo di uno dei progetti del pacchetto di proposte presentate dall’Autorità di sistema portuale del mar ligure orientale nel bando GreenPorts finanziato dal Pnrr. "Prevediamo di adottare un sistema tecnologico innovativo di cattura e trattamento dei fumi inquinanti emessi dalle navi all’accosto. L’obiettivo è quello di abbattere in maniera consistente le emissioni legate al trasporto marittimo all’interno delle nostre aree portuali: il 99% del particolato (PM), il 95% degli ossidi di azoto (NOx) e lo 85% di anidride solforosa (SO2)".

In che cosa consiste il sistema acchiappafumi?

"In un apparato telescopio di aspirazione degli stessi che sarà approntato su una chiatta mobile; funzionerà per tutte le navi indipendentemente dalla loro dimensione, dai cargo alle navi da crociera ai traghetti. La chiatta occupa poco spazio di ormeggio, ha minore impatto sulle operazioni dei terminal; può operare anche in condizioni di vento".

La fine dei fumi catturati?

"Al pari di quelli della chiatta, saranno sottoposti al trattamento di lavaggio in sito".

Stato dell’arte della prospettiva?

"Il progetto è stato recentemente approvato dal Ministero della Transizione Ecologica; sono in corso le istruttorie tecnico amministrativo per la gara".

Risorse necessarie?

"Un apparato costa 3 milioni".

Quando l’entrata in funzione?

"Non posso fare stime adesso. Dico solo che siamo di fronte a fondi che vanno rendicontati nel 2026; spero entro due anni di chiudere ma per delle stime serie occorre andare più avanti col progetto".

Corrado Ricci