Le imprese spezzine puntano sugli States

Giovedì Confcommercio ospita un convegno sul tema

La presentazione del progetto alla Confcommercio

La presentazione del progetto alla Confcommercio

La Spezia, 13 novembre 2018 - Il sogno americano, per l’imprenditoria spezzina, può essere molto più vicino di quanto si pensi e la crescita di start up e Pmi una prospettiva a portata di mano. A patto di mettere a punto le giuste strategie e di guardare alle nuove frontiere del business con un pizzico di coraggio. Confcommercio Imprese per l’Italia La Spezia ne è talmente convinta che ha riunito un pool di esperti per dare risposte concrete a chi volesse valutare l’idea di un investimento negli States.

L’occasione sarà un convegno in programma giovedì (ore 15) nella sala Barilli di Confcommercio, in via Fontevivo. I contenuti e lo scopo dell’incontro sono stati anticipati ieri dal presidente di Confcommercio Gianfranco Bianchi, da Antonio Angeloni, commercialista dell’associazione, e da Giovanni Ricci Armandi (Advisor 4Grafin), manager di origini apuane che da anni lavora a Orlando, in Florida. Non occorre scomodare le esperienze di Steve Jobs o Bill Gates per scoprire che gli Stati uniti sono ancora il paese delle opportunità. «Il fatto è – ha osservato Bianchi – che degli Usa di questi tempi si racconta soprattutto del Russiagate e della presidenza di Trump ma nulla trapela su quello che l’Amministrazione sta facendo per rendere ancora più competitivo investire là. Se hai una buona idea e apri una sede in Usa hai moltissime chance, si tratta di fare le scelte giuste. Più delle dimensioni di un’industria, possono vincere proprio le idee».

Secondo Confcommercio, del resto, sono i numeri a dire quanto spazio ci sia in questo mercato: l’export dell’Italia verso gli Usa ha superato nel 2017 gli oltre 40 miliardi di euro, con una crescita vicina al 10% sull’anno precedente. «Le nostre Pmi – ha aggiunto Angeloni - ora hanno molti strumenti in più per fare investimenti in America, come l’Associazione Vicina, che si occupa proprio di assistere le aziende italiane».

Ma è soprattutto Ricci Armandi il più convinto assertore delle grandi potenzialità italiane negli Usa. «Quello che sta cambiando con Trump sono le opportunità per le aziende straniere. I costi e la burocrazia sono ridotti, chi volesse lavorare su quel mercato, per dire, potrebbe disporre con soli 200 dollari al mese di un ufficio completamente attrezzato. L’importante è vincere una certa paura diffusa, magari alimentata dalla barriera della lingua. Le chance maggiori? Per un’azienda che decidesse di sbarcare in Usa suggerirei la East Cost, anche per il minore impatto del fuso orario. A Orlando, con i parchi tematici, le opportunità sono numerosissime».

Franco Antola