Il ‘totem’ di Mirko e le fake news sulla vasca

Vaccarone ci racconta il coro di mugugni, in stile Peppone e don Camillo, che accompagnò l’inaugurazione della fontana del Basaldella

L’artista spezzino Francesco Vaccarone

L’artista spezzino Francesco Vaccarone

di Francesco Vaccarone

Così la Scuola Romana pose i suoi semi fecondi nella Sprugola. Mirko lavorò più di un anno alla scultura alta sette metri posta al centro della fontana e la realizzò nel laboratorio edile di Grillo, in via Sarzana a Migliarina. Collocata proprio davanti alla Chiesa di Nostra Signora della Salute la fontana venne inizialmente accolta dal rituale coro di mugugni degli spezzini che però ben presto la amarono e la sentirono propria.

Ricordo che il parroco, monsignor Romano Morachioli, irremovibile conservatore e mio colto e amabile professore di religione al liceo Costa, non nascose il proprio fastidio per questo “totem” che fronteggiava spavaldamente la sua chiesa e che per di più portava in un punto della scultura un simbolino formato da una falce e da un martello… Si riproponeva un divertente scontro in stile Peppone e Don Camillo; la fantasia popolare dava come avvelenata l’acqua della vasca e per smentire queste “fake news” il sindaco comunista Antoni, il giorno dell’inaugurazione, ne bevve l’acqua. Il “totem”, intitolato “Le voci” nasce da una rinnovata attenzione di Mirko, animato da una costante esigenza di sperimentazione, per nuovi materiali oltre a quelli tradizionali. Lo storico dell’arte Enrico Crispolti, uno dei maggiori studiosi di Mirko Basaldella, avverte nell’opera “un accento di fiaba orientale, di mistero magico-arcaico, di canto antico, quasi liturgico”. Infatti nel periodo in cui lavorava alla nostra fontana Mirko approfondiva i suoi interessi per la cultura orientale, per i reperti dell’Assiria, della Mesopotamia e dell’arte precolombiana. Il “totem” poco più di sette metri con le sue bocche aperte dialoga autorevolmente con gli imponenti campanili della chiesa della Salute e con le severe facciate dei i palazzi di questa bellissima piazza. I mosaici veneziani in pasta vitrea danno risposte diverse alle variazioni della luce con eleganti decorazioni di memoria azteca.

Il titolo “Le voci’’ coglieva la relazione tra un cuore della città, piazza Brin con il suo quartiere Umbertino, e la pluralità delle provenienze tecniche e operaie che dal 1861, da più parti, avevano trasformato un piccolo borgo di poche migliaia di abitanti in una città moderna. Le tante “voci” che avevano dato vita ad un tessuto sociale accogliente e aperto sarebbero state arricchite da nuove “voci” non più soltanto italiane ed europee. Nel 1957, quindi nell’anno successivo alla realizzazione della nostra fontana, Mirko fu chiamato a dirigere il Design work shop al Carpenter Center for the Visual Arts della Harward University di Cambridge, nel Massachusetts, dove morirà nel 1969.