Il sangue delle due vittime isolato sul pick up di Bedini

In una scarpa dell’indagato rinvenute tracce della trans uccisa nella propria auto. Gli accertamenti dei Ris inchiodano il giovane carrarese accusato degli omicidi

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La presunzione di innocenza regge, sul piano dei principi, fino alla sentenza. Ma le ’travi’ indiziarie dell’impalcatura accusatoria che ha portato in carcere Daniele Bedini - ancorate principalmente alle riprese delle telecamere-spia - hanno trovato cemento dall’esito dei test dei Carabinieri dei Ris, effettuati nel contraddittorio delle parti: nel pick up del 32enne di Carrara sono emerse tracce di sangue appartenenti alle due vittime uccise, nell’arco di 24 ore, sui viali sarzanesi del sesso, all’inizio di giugno. Ormai i magistrati titolari dei due fascicoli paralleli e convergenti - il pm Monica Burani e la collega Rossella Soffio – non hanno dubbi: la prostituta Nevjla Pietra e la trans Carlo Camilla Bertolotti sono state uccise da Bedini, la prima freddata con tre colpi di pistola nella notte del 5 giugno scorso a Marinella, la seconda la notte successiva, nella sua auto, anche lei ammazzata a colpi di pistola. Un’arma cercata ma non trovata Ma di cui Bedini conosceva la localizzazione: in un armadio blindato dalla falegnameria di famiglia, in via Carriona a Carrara. Lì la deteneva regolarmente il padre. E da lì è sparita la sera del 4 giugno, come raccontato dallo stesso genitore alla Polizia dopo essersi accorto del furto, attribuendo lo stesso ad una misteriosa incursione esterna. Un furto, invece, consumato da mano amica, anzi di più: dalla mano del figlio a cui, nelle prime fasi delle indagini, il padre aveva fatto scudo senza correre il rischio di essere indagato per favoreggiamento (l’ordinamento non prevede l’obbligo di denuncia tra familiari).

Ma dagli accertamenti svolti dai Ris di Parma è emersa un’altra circostanza che inchioda Bedini: su una scarpa rinvenuta dai carabinieri nella stanza del giovane era impresso il sangue della Bertolotti. La chiusura del cerchio per l’indagine sulla morte del trans il cui cadavere venne rinvenuto in un’area campestre in via Bradiola. Il rinvenimento risale alle prime ore del 7 giugno, circa 48 ore dopo il delitto della prostituta Nevila Pjetra il cui corpo venne occultato, nell’alveo del Parmignola, dopo l’omicidio consumato nei pressi del bagno Soleado, a Marinella: ne fanno prova le riprese delle telecamera del sistema di videosorveglianza della zona che hanno ripreso il pick up di Bedini nell’atto di raggiungere e uscire dalla via interna che si connette alla strada principale. Non bastasse tutto ciò, un impianto ha anche registrato le esplosioni dei colpi di pistola.

Bedini, intanto, medita nel carcere di Cuneo: continuare ad avvalersi della facoltà di non rispondere o confessare? Nel secondo caso potrebbe chiarire il perché dei delitti: solo a scopo di rapina? Di certo i carabinieri hanno stroncato sul nascere una possibile escalation. Ma non ci sarebbero state due vittime se Bedini fosse stato arrestato a tempo debito dopo il passaggio in giudicato, nel dicembre 2021, della sentenza di condanna per una rapina consumata a Carrara. Ma su questo indagano – sull’asse Genova-Massa – gli ispettori del Ministero della Giustizia.

Corrado Ricci