Il rilancio passa anche dai vini del territorio

La cooperativa ‘I castelli’ punta su nuove etichette e su diversi progetti. Ampliati i terreni a disposizione e si guarda anche all’olivicoltura

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Rilanciarsi senza rinnegare il proprio passato, traendo dalla tradizione vitivinicola centenaria del territorio lo spunto per rinnovarsi e andare oltre una crisi che non ha risparmiato neppure il nettare di Bacco. A Bolano, la cooperativa ‘I castelli’ punta su nuove etichette e nuovi progetti. Al parco del Poggio sono stati svelati non solo la nuova veste grafica dei Doc bolanesi, ma anche le iniziative destinare a rilanciare l’attività della coop, che ha rinnovato le proprie cariche con Augusto Vallese nominato nuovo presidente. Così, ecco il ‘Cime di Bollano’, vermentino che rimanda al 1700, periodo in cui le fertili colline bolanesi producevano un vino talmente buono da attirare l’interesse commerciale della Repubblica di Genova. E poi il Venanzio, altro bianco Doc che prende il nome dall’antico monastero benedettino di San Venanzio eretto nel Medioevo nella piana di Ceparana, i cui monaci furono precursori nella coltivazione della vite. Vini che, assieme al Bignei, al Sor Bignei, e al rosso Vectio, compongono ora la ‘carta’ delle pregiate produzioni bolanesi, rilanciata anche da una brochure che ha visto la preziosa collaborazione dello storico Franco Bonatti e dei fotografi Stefano Bocchia ed Enrico De Santi.

"Rinnovamento, ma senza dimenticare il nostro passato e le radici di un territorio dalla tradizione vitivinicola pluricentenaria – spiegano il presidente e il consigliere della coop, Augusto Vallese e Maurizio Bocchia –. Abbiamo rinnovato la nostra proposta perché il mercato lo richiede, ma con nuove etichette e brochure che richiamano la storia del territorio". Un rilancio che passa anche da una pluralità di progetti sul territorio. Con una nota di merito: essere riusciti ad assumere un giovane, nonostante la crisi indotta dalla pandemia che ha ridotto notevolmente le vendite.

"Abbiamo stabilizzato un giovane, che sarà il responsabile della cantina: essere riusciti a garantire un posto di lavoro in questo momento è un segnale importante – spiega Maurizio Bocchia –. Siamo riusciti ad ampliare i terreni a disposizione, recuperando tre vigneti in zone pregiate tra Ceparana e Bolano che ci permettono di poter disporre di uno zoccolo duro per la produzione di vino di qualità, ma l’idea è di allargare il nostro raggio d’azione anche all’olivicoltura. Abbiamo avviato un servizio di assistenza per i proprietari che non riescono più con le proprie forze a sistemare i campi, grazie a un gruppo di ragazzi: progetto molto importante, perché si evita l’abbandono del territorio, e si contribuisce alla lotta al dissesto idrogeologico. E presto avvieremo un progetto sociale: grazie alla convenzione con il Comune e la Caritas, partiremo con l’inserimento lavorativo di una persona in difficoltà".

Un centinaio di soci e una storia più che ventennale, la cooperativa presieduta da Augusto Vallese vede nel ruolo di vicepresidente Bruno Parentini, consiglieri Maurizio Bocchia, Pino Ricciardi, Livio Bocchia, Luciano Federici ed Elia Parentini. L’evento di presentazione delle nuove etichette ha visto la presenza del presidente della Cia spezzina, Alessandro Ferrante, di Massimo Caleo e del sindaco Alberto Battilani che ha sottolineato come "mantenere le cose è sempre difficile, e mi auguro che dal mercato arrivi un successo. L’amore verso il territorio è sempre stato un valore aggiunto della cooperativa, che ora in un momento di particolare crisi vuole rilanciarsi"

Matteo Marcello