Il mito 'Record Hunter' e le glorie di Mangora

Una casa discografica spezzina a Rebocco

Giorgio Mangora

Giorgio Mangora

La Spezia, 4 febbraio 2018 - Un database di suoni, immagini, cuori che pulsano e sensazioni che, magicamente, si trasformano in musica. Tutto è iniziato nel 1978 con un'attività di import-export di dischi dagli Stati Uniti d'America. Fu allora che la 'Record Hunter', casa discografica spezzina di Giorgio Mangora che oggi ha sede nel quartiere di Rebocco, iniziò il suo percorso esplorativo in un mondo fatto di riff, scale pentatoniche, jam session. Nei primi anni Ottanta, Record Hunter, partì producendo alcuni gruppi locali dell'epoca.

Dalla band rock-blues 'The Nutz' al gruppo punk 'Fall Out', passando per gli 'Italian Extravaganza', gli 'Axmo', musicisti di Carrara come i 'Polvere di pinguino' e genovesi ('Big fat mama', 'The Sleeves', gli 'Scalino Scaleno'). Qual era il supporto su cui veniva registrata e diffusa la musica dei talenti liguri? ‘L'imperfetto’, magico vinile. Poi, per un periodo, la produzione si interruppe. Mangora tornò in scena con delle ristampe usando l'etichetta 'Akarma' e, dalla fine degli anni '90 al 2000, i suoi dischi si trovavano dappertutto. New York, California, persino in una sequenza del film 'Alta Fedeltà'. Oltre alle ristampe, Record Hunter ha prodotto e produce materiale inedito con vesti grafiche originali e copertine in stile americano.

Tra le iniziative, l'indimenticabile tributo a Jimi Hendrix che ha preso forma grazie alla collaborazione con quindici musicisti conosciuti a livello internazionale e uno spezzino, Antonello Pudva (e non Padva, come spesso compare per errore). Quando uscì il primo dei due volumi, la casa discografica 'Emi' contatto Giorgio per chiedere la licenza della canzone 'Hey Joe' – visto la sorella di Hendrix non aveva concesso i diritti per l'originale –, ma ottenne una risposta negativa. Così fu Carlo Verdone, attore per cui la Emi stava lavorando a un cd di colonne sonore tratte dai suoi film, a prendere in mano la cornetta, chiamare Mangora e riuscire nell'intento. Tornando al microsolco, il produttore parla delle tecniche per la corretta estrapolazione dei suoni da registrare su vinile, precisando che per avere un buon risultato si dovrebbe sempre partire da una fonte analogica, dalle bobine, per poi passare al processo galvanico. Record Hunter è luogo di co-working.

La moglie di Mangora, la pittrice Alessandra Barucchi, collabora per la realizzazione delle copertine degli album. Lei, musa della casa discografica, ha scoperto e puntato sul talentuoso rapper italo-americano Chris Wayde, che a marzo uscirà con il video ufficiale della canzone 'I fiori del male'. Dopo aver raccontato alcuni aneddoti, Mangora descrive il vinile. Per farlo parte dalla copertina, specchio dell'anima di ogni album. Poi ricorda il grande formato degli lp, dimensioni che consentono di leggere al meglio i contenuti allegati al microsolco, per esempio i testi delle canzoni. Infine, mostra la raccolta del jazzista statunitense B.B. King, conservata dentro a una confezione di iuta con un plettro fissato a mo' di bottone. Per concludere racconta il fascino indescrivibile dei classici vinili neri, facendo il giro più lungo per non dimenticare il dietro le quinte. I momenti di pre e post produzione che lui conosce bene e vengono prima dello scartamento del disco, del tocco delicato che precede la posa sul 'piatto' e, soltanto alla fine, della puntina che solca le 'linee' mentre il tempo si ferma a contatto con infiniti e fragili mosaici di emozioni che le canzoni sanno creare.

Giulia Tonelli