Il Falcomatà avrà anche un presidio medico notturno

Da lunedì 30 marzo nella struttura dove sono in degenza i malati di Covid-19 clinicamente guariti in attesa del doppio tampone negativo. Giampedrone risponde alle polemiche

L'assessore regionale Giacomo Giampedrone

L'assessore regionale Giacomo Giampedrone

La Spezia, 28 marzo 2020 - Da lunedì 30 marzo, il Falcomatà, avrà anche un presidio sanitario notturno. La foresteria dell'ex ospedale militare, che ospita attualmente diciassette degenti, oltre all'impegno medico giornaliero, potrà contare anche su quell'ulteriore importante servizio. Il Falcomatà, così come altri in Liguria, fa parte di una filiera dedicata alla degenza per per malati di Covid-19 clinicamente guariti, ma che hanno bisogno di un periodo di negativizzazione (in attesa del responso dei due tamponi) e che non possono o non vogliono tornare alla propria abitazione, per vari motivi. Per quanto riguarda i servizi alla persona, merito alla protezione civile ligure.

“ Non entro nelle questioni mediche – afferma l'assessore regionale Giacomo Giampedrone – , ma credo che vi sia tutto quello che deve avere una struttura che sostituisce la degenza domiciliare: invece di andare a casa, dove magari non potrebbero isolarsi al meglio dalla famiglia o non saprebbero come gestire questa seconda fase della malattia, queste persone possono usufruire di un ottimo servizio. Pulizie due volte alla settimana e cambio delle lenzuola tramite una cooperativa, la visita di un medico supportato da personale infermieristico due volte al giorno, consegna ai singoli dei tre pasti giornalieri e ventiquattrore su ventiquattro di presidio esterno della protezione civile. Solo chi non ha mai gestito un'emergenza può scrivere male del Falcomatà”. Una a Spezia, due a Genova oltre alla nave ospedale, poi Cairo Montenotte e fra pochi giorni una anche a Chiavari.

“Tutte a disposizione dei cittadini liguri, perché questa organizzazione non va vista in un'ottica provinciale, ma in ottica regionale”. Nell'aspetto sanitario Giampedrone non vuole proprio entrare. “Le dimissioni protette le valuta il Sant'Andrea. Fermo restando che, se ci fossero degli aggravamenti, l'unico posto dove venire curati resta appunto l'ospedale”. Inoltre l'Asl ha organizzato, per chi avesse necessità di cure per altre patologie pregresse, di altre visite dedicate, e attivato il servizio assistenziale 8-20, 7 giorni su 7, e un supporto psicologico.

Nei giorni scorsi abbiamo intervistato in esclusiva Gianni Argellati, primo contagiato della Fincantieri che, da sabato, è ricoverato proprio al Falcomatà. “L'ho chiamato personalmente – dichiara Giampedrone – e mi ha raccontato che tutti lì stanno cercando di vivere al meglio quei momenti difficili”.

E proprio la moglie di Argellati, la signora Anna Capitanini conferma: “Ho letto troppe polemiche in merit alla gestione del Falcomatà. Mio marito è ricoverato in questa struttura da sabato scorso. Al momento delle dimissioni gli era stato chiesto se poteva tornare a casa, ma visto che a casa avrebbe potuto contagiare me e i ragazzi, ha preferito andare al Falcomatà, che non è una struttura ospedaliera, ma un posto dove chi, in buone condizioni può continuare la quarantena in attesa di risultare negativo ai tamponi. Mio marito si trova bene, i medici passano due volte al giorno, e da lunedì c’è un medico per le emergenze. Certo che qualora subentrasse un peggioramento, l’unica alternativa sarebbe tornare in ospedale, dove potrebbe ricevere le cure necessarie. Vorrei elogiare i medici e tutto il personale che rischiando per far funzionare la struttura, stanno dando il massimo. In questo momento di crisi per tutti non penso sia giusto creare ulteriore allarmismo nei confronti di una struttura che funziona come dovrebbe, sperando che queste mie parole possano tranquillizzare le persone che purtroppo, potrebbero trovarsi nella nostra difficile situazione. Grazie per aver organizzato il Falcomatà e grazie per il lavoro che state facendo, per noi un valido aiuto in questo momento difficile”.

E a queste parole, aggiunge il sindaco Pierluigi Peracchini: “Quella del Falcomatà è un’operazione solidarietà organizzata in tempo record – dichiara –. Gli uomini e le donne della Protezione Civile, che ringrazio per la loro forza e il loro spirito di sacrificio, si occupano del presidio del luogo attivandosi concretamente. Non si tratta di un reparto ospedaliero, ma di un domicilio per chi non può o non vuole trascorrere per vari motivi questo periodo in casa propria. Nell’eccezionalità del momento è stato organizzato tutto in tempo record, lavorando gomito a gomito con la Regione e ASL5 per la tutela delle persone: è chiaro che dinnanzi a un evento così grave portata e mossi dall’urgenza, le istituzioni lavorano al massimo delle proprie possibilità per aiutare le persone. Protezione civile, medici, infermieri, personale sociosanitario, farmacisti: sono tutte persone straordinarie che in prima linea nell’emergenza stanno facendo letteralmente dei miracoli, dentro gli ospedali e fuori. A loro va il nostro più grande ringraziamento, perché stanno facendo vedere al mondo l’Italia migliore e non si meritano certo l’onta di qualsivoglia sospetto ma un ringraziamento e un supporto che da parte di questa Amministrazione non mancherà mai”.

Infine Giampedrone, come già annunciato in questi giorni, conferma l'allestimento di quattro appartamenti in via Genova, con la stessa destinazione, disponibili a a partire da lunedì. “Dato che la richiesta di deospedalizzazione di persone guarite sarà ancora lunga, per diverse settimane, c'è bisogno di tutti – conclude l'assessore - . Invece di criticare, invitiamo a indicare delle strutture ad adibire questo tipo di servizio. Non escludo la possibilità di allestire altre quindici o venti stanze, che potrebbero servire anche per alloggiare il personale sanitario”.