I Popolari: "Mai più con Peracchini"

E sulle amministrative d’autunno si allunga l’ombra di candidature parallele a quelle dell’asse arancione

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di Roberta Della Maggesa

Il sapore è quello, amaro, della resa dei conti. E, consumato lo strappo, a terra restano gli stracci di un matrimonio finito nel peggiore dei modi, con reciproche accuse, recriminazioni incrociate e pesanti ipoteche sul futuro. Il concetto, in casa di Liguria Popolare, è fin troppo chiaro: sì a un percorso serio finalizzato a tessere nuove alleanze in seno al centrodestra, ma una bocciatura, senza possibilità di esami di riparazione, sull’ipotesi di un Peracchini bis. Se non è questo un veto, poco ci manca.

A farsene portavoce è il coordinatore comunale Alberto Turini, che, a proposito dell’atteggiamento col quale sarebbe accolta, in seno al movimento, la prospettiva, calata dall’alto, di una ricandidatura dell’attuale sindaco, non ha timore a utilizzare la parola "preclusione".

Mai più con Peracchini, insomma. "Per noi – commenta Turini – la partita è chiusa. Siamo disponibili a riavviare il dialogo con le altre forze che costituiscono la maggioranza, anche in previsione delle amministrative dell’anno prossimo, ma solo nell’ipotesi che ci sia la volontà di individuare una soluzione diversa e alternativa". Altrimenti? La risposta al quiz è facile. "Altrimenti siamo pronti da subito a organizzarci per una corsa in solitaria". Che poi tanto in solitaria non sarebbe, visto che il nuovo commissario provinciale di Forza Italia, Giovanni Grazzini, ha già indossato l’armatura e annunciato l’alleanza, in chiave anti-Peracchini, con l’ala moderata della coalizione che fa capo al sottosegretario alla sanità. E proprio Andrea Costa una quindicina di giorni fa, sulle colonne de La Nazione, aveva lanciato la provocazione: un vertice di maggioranza per fare il punto della situazione con gli alleati, ma precluso all’attuale primo cittadino. Un ramoscello d’ulivo che non è stato colto. "L’intenzione – spiega Turini – era quella di ricompattare il centrodestra. E il silenzio con il quale è stata accolta la nostra proposta la dice lunga su chi realmente abbia voluto la rottura". Certo, non tutte le speranze sono perse. Se gli ex alleati dovessero rinunciare al loro alfiere, i giochi potrebbero riaprirsi. E con loro, si rimetterrebbe in funzione la giostra dei nomi. Ma senza pregiudiziali. E soprattutto senza accampare diritti acquisiti per discendenza. Fuori di metafora: "Non è detto che il candidato alternativo a Peracchini debba essere per forza un arancione".

E mentre la separazione in casa comincia a dare i suoi frutti – domani, in seno alle partecipate, saranno ufficializzate le dimissioni dello stesso Turini da presidente del collegio sindacale di Mobilità & Parcheggi e di Anna Rosa Caruso da Spezia Risorse (diversa la posizione di Matteo Ridolfi in seno ad Acam Ambiente: il mandato è in scadenza e in conferenza dei sindaci il partito arancione avrebbe già indicato il suo successore in Massimo Gianardi) – l’ombra dei dissidi si allunga anche sulle amministrative del prossimo autunno, che porteranno alle urne, tra gli altri, i cittadini di Santo Stefano e Ameglia. "In diversi comuni – spiega Turini – dovremmo andare in direzione di candidature civiche. In quel caso i Popolari non si tireranno indietro. Ove ciò non accadesse, ci sentiamo liberi di valutare la possibilità di correre da soli". Quanto all’accusa di aver fatto saltare il banco per un pregiudizio di genere, il coordinatore comunale dei Popolari rispedisce il cerino al mittente: "Parole infamanti e prive di fondamento. Ci lusinga poter indicare una donna. Ma ci offende l’imposizione immotivata".