Grillo capolista dell’Udc alla Camera Ha 79 anni e 7 legislature alle spalle

Non ancora formalizzata l’intesa al tavolo del centrodestra, tutti guardano alle mosse del governatore Toti. Attesa anche per la decisione del sottosegretario Costa, che potrebbe candidarsi coi centristi di Lupi

di Franco Antola

La riserva la scioglierà ufficialmente oggi nel corso di un incontro pubblico a Genova, ma la decisione è presa. Luigi Grillo, già senatore, deputato e sottosegretario in vari governi e oggi produttore vinicolo alle Cinque Terre, si candiderà alle politiche del 25 settembre correndo come capolista per l’Udc di Lorenzo Cesa nel proporzionale alla Camera. A insistere per una sua ridiscesa in campo sono stati proprio i vertici del partito, che come noto all’interno del centrodestra si colloca nel versante più moderato.

Nessuna dichiarazione ufficiale, per ora, da parte dell’ex senatore, che però aveva ammesso di stare ragionando su un suo rientro in politica, una prospettiva resa possibile dalla riabilitazione ottenuta nel 2020, dopo la definitiva archiviazione dei suoi problemi giudiziari, che gli consente di ricoprire incarichi pubblici. Grillo, 79 anni, ha alle spalle una lunga carriera politico-parlamentare oltre che di amministratore locale (era uscito dal Parlamento nel 2013, dopo ben sette legislature, di cui vent’anni da senatore e sette da deputato). Al suo entourage e agli amici l’ex senatore (nonché sottosegretario al bilancio nei governi Amato e Ciampi) ha spiegato che dietro la propria candidatura c’è la volontà dare un contributo al consolidamento della componente più moderata dello schieramento del centrodestra, sia pure nella consapevolezza che il traguardo dell’elezione si prefigura molto difficile, visto che il partito in cui ha deciso di candidarsi viene accreditato nel collegio di circa il 2-3%, una soglia piuttosto lontana da quel 6% considerato indispensabile per l’ingresso in Parlamento.

La scelta di Grillo arriva ad animare uno scenario che anche nell’area di centro resta comunque piuttosto fluido e che in Liguria è legato soprattutto alle scelte del governatore Giovanni Toti. L’intesa al tavolo del centrodestra non è stata ancora formalizzata, anche se data per scontata, nonostante la rinnovata apertura e la disponibilità a un accordo politico rilanciata nelle ultime ore da Italia Viva per bocca della leader ligure Raffaella Paita (i renziani hanno rinunciato a entrare nell’accordo sottoscritto da Pd e Azione-Più Europa). Un’area molto affollata quella della componente moderata del centro destra che, a parte l’Udc di Cesa, va da da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) a Rinascimento di Vittorio Sgarbi. E a proposito di Noi con l’Italia c’è attesa per la scelta del suo rappresentante di maggior peso in Liguria, il sottosegretario Andrea Costa, che potrebbe optare per la candidatura. Quanto alle risorse su cui potrebbe puntare il leader di Italia al centro Toti, i nomi più accreditati restano quelli di Sandro Biasotti al Senato e Marco Scajola o Ilaria Cavo alla Camera, anche se non viene escluso un possibile rientro in corsa dell’uscente Manuela Gagliardi. Scelte ormai imminenti, considerata la scadenza del 20 agosto per la presentazione delle liste.