Laureato e disabile, il lavoro resta un miraggio. "La mia battaglia cade nel vuoto"

Valerio D’Alessio è affetto da disturbo bipolare e problemi fisici. "Chiedo di essere valorizzato per tornare ad avere fiducia come uomo"

Valerio D’Alessio, 35 anni, non trova lavoro a causa della sua disabilità

Valerio D’Alessio, 35 anni, non trova lavoro a causa della sua disabilità

La Spezia, 17 maggio 2022 - La prima cosa che specifica è il fatto di essersi rivolto a noi non per diventare ‘un caso’, ma perché vuole cambiare la sua condizione ed esser in grado al più presto di trovare un impiego stabile. "Mi chiamo Valerio D’Alessio, vivo alla Spezia, ho 35 anni e sono invalido al 60%, mentre la voglia di lavorare è al 100%". La sua è la storia di una persona che cerca di superare le difficoltà, ma nonostante questo, da circa 4 anni non riesce a trovare un lavoro, che gli permetta "concretizzare non dico i miei sogni, ma l’idea di avere una dignità come uomo e come persona". E non solo. Perché nella sua personale battaglia, rivendica anche occasioni (e diritti) per chi soffre di disturbi bipolari. "Un macigno che ci troviamo addosso e contro cui lottiamo ogni giorno, non scegliamo di venire al mondo così: è ora che la nostra lotta venga valorizzata". La prima crisi si manifestò nel 2017, a 31 anni, seguita da una l’anno dopo "che è stata la causa del mio licenziamento".

Eppure, D’Alessio non si è mai tirato indietro: dopo la laurea breve in lettere, racconta di aver ricoperto mansioni quali promoter per assicurazioni o per telefonia, tutti con contratto a provvigione, dopo l’esperienza nel 2010 con il servizio civile. E, ad aggravare la situazione, per cui attualmente è in cura, c’è l’equinismo bilaterale di cui è affetto dalla nascita. Tali problemi concorrono al riconoscimento di un’invalidità del 60%, testimoniata dal certificato della Asl5 che ci ha mostrato, e all’iscrizione alle categorie protette. La soluzione? Purtroppo per lui, no. Anzi, la sua storia dimostra che spesso la mancanza di occasioni può esser uno scalino più difficile da superare dei problemi fisici. "Nella mia ingenuità – racconta - credevo che ciò mi garantisse un posto sicuro o l’accesso a progetti professionali stabili. Invece, in 4 anni in cui sono seguito dal collocamento mirato, nonostante i loro sforzi, mi hanno trovato solo un tirocinio offerto dalla regione Liguria in un negozio di telefonia".

D’Alessio spiega di impegnarsi anche autonomamente. "Spesso guardo sui vari motori di "ricerca lavoro" le varie offerte, mandando curriculum per la provincia della Spezia, ma anche per quella di Massa-Carrara in Toscana. Tuttavia, le uniche proposte per cui vengo contattato sono solo quelle per promoter a provvigioni, che non posso più fare perché il mio problema alle gambe ha provocato negli anni dei danni alla mia schiena, impedendomi di riuscire a stare in piedi per periodi troppo lunghi". E anche sul fronte economico le difficoltà sono facilmente intuibili, aggravate dalla mancata possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza. "Questo, perché convivo ancora con i miei genitori, non potendo lavorare. Ma non lo voglio: lo cito solo per far capire in che situazione assurda io viva ogni giorno". Con un auspicio. "Io voglio lavorare, anche perché il lavoro mi aiuterebbe tantissimo a stare bene, anche da un punto di vista mentale e dell’umore".