Giorno della Memoria, gli "Intrecci" si fanno libro. E gli studenti sono protagonisti

L'idea della scrittrice spezzina Alessandra Genova

I ragazzi che partecipano al progetto "Intrecci"

I ragazzi che partecipano al progetto "Intrecci"

La Spezia, 26 gennaio 2020 - Si chiama Intrecci ed è un progetto destinato a farsi libro per conoscere l’immane tragedia della Shoah e le conseguenze laceranti nell’animo umano dei superstiti. E’ concepito a misura di ragazzi per trasmettere loro cognizione storica e consapevolezza attraverso un percorso inusuale: renderli protagonisti della ricerca finalizzata all’elaborazione dell’opera editoriale.

L’idea è della scrittrice spezzina Alessandra Genova, nome di punta nel panorama della letteratura per ragazzi, autrice di libri di successo, uno per tutti: ‘La bambola di Sara’. Lei in testa ha già i fondamentali del libro ma per affinarlo si affida al concorso di alunni e studenti e sceglie il Giorno della Memoria per annunciarlo. “La storia è quella dell’amicizia nata tra una giovane ebrea e una giovane italiana; due vite che si intrecciano e che si fanno monito: mai più!”.

Ambientazione? “Il borgo delle Grazie”. Perché? “Per il suo essere stato teatro della ristrutturazione mirata di una nave, il Maria Giovanni, per il trasporto in Palestina degli ebrei scampati ai campi di sterminio; per l’adesione al progetto della professoressa Sandra Fabiani, dirigente dell’istituto comprensivo di Porto Venere, con l’effetto indotto di coinvolgere i ragazzi nel percorso ricognitivo-propositivo: lo studio della grande storia anche con ancoraggi alla storia locale, alla cui ricostruzione alunni delle elementari e studenti delle medie collaboreranno. Ciò in parallelo al concorso alla ‘costruzione’ dei personaggi protagonisti del libro”.

Un’impresa… “Una bella impresa, condivisa con le maestre Lucilla Parettini e Luisa Romagnolo che stimoleranno e medieranno il lavoro dei ragazzi del territorio nella prospettiva editoriale. Ma il discorso si allarga anche al Liceo Artistico Cardarelli…”. Come? “Con lo studio, coordinato dalla professoressa Giulia Fiorillo, del Maria Giovanni, delle soluzioni strutturali adottate per renderlo capace di ospitare, badando alla sicurezza, una moltitudine di profughi. Una ricerca che avrà un epilogo espositivo al Cantiere della Memoria, il prossimo anno”.