Le bombe d’acqua si abbatterono a macchia di leopardo nel contesto di precipitazione diffuse e violente. I fiumi Vara e Magra uscirono dagli argini inondando diversi centri abitati; centinaia di frane a sviluppo rapido interessarono gli stessi territori e quello delle Cinque Terre. Maggiormente colpiti, in provincia della Spezia, furono Borghetto di Vara, Brugnato, Monterosso, Vernazza. Tredici le persone che persero la vita travolte d’acqua. Accadeva il 25 ottobre del 2011. Un evento eccezionale, certificato anche dalla perizia che escluse le responsabilità di una quindicina di indagati fra sindaci e funzionari tecnici finiti nell’occhio del ciclone ciclone giudiziario per presunte inadempienze nella cura del territorio. "Nessuna colpa penalmente perseguibile ma una lezione per tutti" dice il geologo Guido Paliaga, presidente della sezione ligure di Sigea Aps – Società Italiana di Geologia Ambientale, che all’epoca fece parte del team peritale. Cosa è stato fatto in termini di prevenzione e cura da dodici anni a questa parte? "Tanto, ad ogni livello. Ma tanto può, anzi deve, essere fatto, su tre piani: cultura della prevenzione, monitoraggio e manutenzione del territorio". Partiamo dalla prima. Che fare per maturare la consapevoleza di un territorio fragile da preservare? "Occorre partire dalle scuole. Come associazione di promozione sociale ci siamo messi a disposizione delle stesse, al pari dei sindaci dei piccoli Comuni. L’opportunità non è stata ancora colta come dovrebbe essere, anche in relazione ad un tema che preme:il cambiamento climatico, con i suoi effetti". Il monitoraggio delle criticità è adeguato? "Gli strumenti tecnici esistono, l’evoluzione negli ultimi anni ha portato a poter fruire di apparecchi sofisticati. Il problemaè di risorse, finanziarie e umane, e di scelte. Non sono sufficienti per corrispondere alle necessità". Le risorse mancano anche per realizzare le opere... "Per questo occorre andare oltre la progettazione delle stesse in cemento (pensiamo ad esempio agli scolmatori) e puntare sull’ingegneria naturalistica" Cioè? "La tenuta dei versanti è conseguenza della cura della vegetazione, dei boschi e delle colture. In Liguria occorre fare di più per la salvaguardia dei terrazzamenti e del loro concorso alla stabilità del territorio". Iniziative necessarie? "Interventi di manutenzione di muri a secco a seconda una scala di priorità, sistemazioni idraulico-forestali di corsi d’acqua e consolidamenti della rete sentieristica finalizzati alla riduzione del potenziale erosivo. Occorre considerare la somma di piccoli interventi diffusi alla scala del bacino idrografico, la cui azione sinergica permette di mitigare il rischio". Corrado Ricci