Ci sono frane che ancora oggi a distanza di undici anni devono essere messe in sicurezza, rappresentando testimonianza vivida del dramma che sconvolse il territorio. E poi ci sono i corsi d’acqua, da curare costantemente con investimenti milionari, in linea con una cultura della prevenzione che a queste latitudini si è quasi fatta Bibbia. In Val di Vara c’è ancora da fare per chiudere i conti con il 25 ottobre 2011. Molto è stato fatto, non tutto. A Borghetto, territorio che pagò il prezzo più alto, il torrente Pogliaschina necessita di attenzioni costanti, così come le frane che, in attesa di essere sistemate, vengono monitorate per scongiurare peggioramenti. "Il capoluogo è in sicurezza, in questi anni è stato fatto molto grazie ai finanziamenti della Regione, ma ancora oggi stiamo lavorando per reperire nuovi contributi per il Pogliaschina – spiega il sindaco Stefano Coduri –. Il problema è il legname: stiamo lavorando alla progettazione di tre briglie a rete, in grado di fermare la legna senza impedire il deflusso dell’acqua. La stima è di 250mila euro". Anche il Vara dà le sue preoccupazioni: "Nell’alveo, tra Borghetto e Brugnato, c’è un’isola di detriti che ha raggiunto dimensioni preoccupanti. I nostri argini sono a posto, ma se il cumulo continua a crescere il rischio è che non siano più sufficienti". Numerose le frane che attendono interventi: "Sono monitorate, ma servono finanziamenti". Al di là del Vara, a Brugnato, solo negli ultimi tre anni sono stati spesi 1,8 milioni di euro per la manutenzione dei fiumi: la rimozione del materiale sovralluvionato e il ripristino delle scogliere sul Gravegnola, la mitigazione del rischio idraulico del Sant’Angelo, il ripristino della scogliera sul Vara a protezione della zona industriale, la messa in sicurezza del canale delle razze. Interventi cui va aggiunto l’investimento da 4,5 milioni operato da Salt. "In questi ultimi tre anni anche grazie alla Regione sono stati realizzati interventi importanti per migliorare la resilienza del territorio – afferma il sindaco Corrado Fabiani –. Di fatto, è rimasta in sospeso solo la sistemazione della frana sulla comunale per Bozzolo, già finanziata e in fase di progettazione. Una criticità recente riguarda il Chicciola, a causa della presenza di inerti alla confluenza col Vara: un’area delicata, dove insistono il casello autostradale e la caserma della stradale. Sono partite le procedure per intervenire al più presto".  Matteo Marcello

Cronaca

Così a Borghetto e Brugnato



Ci sono frane che ancora oggi a distanza di undici anni devono essere messe in sicurezza, rappresentando testimonianza vivida del dramma che sconvolse il territorio. E poi ci sono i corsi d’acqua, da curare costantemente con investimenti milionari, in linea con una cultura della prevenzione che a queste latitudini si è quasi fatta Bibbia. In Val di Vara c’è ancora da fare per chiudere i conti con il 25 ottobre 2011. Molto è stato fatto, non tutto. A Borghetto, territorio che pagò il prezzo più alto, il torrente Pogliaschina necessita di attenzioni costanti, così come le frane che, in attesa di essere sistemate, vengono monitorate per scongiurare peggioramenti. "Il capoluogo è in sicurezza, in questi anni è stato fatto molto grazie ai finanziamenti della Regione, ma ancora oggi stiamo lavorando per reperire nuovi contributi per il Pogliaschina – spiega il sindaco Stefano Coduri –. Il problema è il legname: stiamo lavorando alla progettazione di tre briglie a rete, in grado di fermare la legna senza impedire il deflusso dell’acqua. La stima è di 250mila euro". Anche il Vara dà le sue preoccupazioni: "Nell’alveo, tra Borghetto e Brugnato, c’è un’isola di detriti che ha raggiunto dimensioni preoccupanti. I nostri argini sono a posto, ma se il cumulo continua a crescere il rischio è che non siano più sufficienti". Numerose le frane che attendono interventi: "Sono monitorate, ma servono finanziamenti". Al di là del Vara, a Brugnato, solo negli ultimi tre anni sono stati spesi 1,8 milioni di euro per la manutenzione dei fiumi: la rimozione del materiale sovralluvionato e il ripristino delle scogliere sul Gravegnola, la mitigazione del rischio idraulico del Sant’Angelo, il ripristino della scogliera sul Vara a protezione della zona industriale, la messa in sicurezza del canale delle razze. Interventi cui va aggiunto l’investimento da 4,5 milioni operato da Salt. "In questi ultimi tre anni anche grazie alla Regione sono stati realizzati interventi importanti per migliorare la resilienza del territorio – afferma il sindaco Corrado Fabiani –. Di fatto, è rimasta in sospeso solo la sistemazione della frana sulla comunale per Bozzolo, già finanziata e in fase di progettazione. Una criticità recente riguarda il Chicciola, a causa della presenza di inerti alla confluenza col Vara: un’area delicata, dove insistono il casello autostradale e la caserma della stradale. Sono partite le procedure per intervenire al più presto". 
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Fiumi sotto costante sorveglianza. Preoccupa un’isola di detriti    

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Fiumi sotto costante sorveglianza. Preoccupa un’isola di detriti

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