Fibre di amianto sulle navi e nell’aria. La Marina avvia controlli a tappeto

Affidati a una società di Roma i controlli sulle unità in servizio

Una nave della nostra Marina nell’arsenale spezzino (foto d’archivio)

Una nave della nostra Marina nell’arsenale spezzino (foto d’archivio)

La Spezia, 10 novembre 2018 - Campionamenti e analisi a tappeto per indagare non solo l’amianto che si annida sulle navi, ma anche la possibile dispersione delle fibre killer nell’aria. Alla Spezia, città dove la ‘strage silenziosa’ dell’eternit è tema caldo e quotidiano della comunità, la Marina militare passa al setaccio le sue navi. È di poche settimane fa l’aggiudicazione provvisoria da parte di Marinarsen a una società romana, la Hsi Consulting, di una gara da 211mila euro e spiccioli per mettere sotto la lente unità navali, mezzi e naviglio di stanza in Arsenale. Nel mirino finiranno soprattutto le unità navali più vecchie ancora in attività, quelle laddove l’amianto – bandito solo 26 anni fa, nel 1992 – sarebbe stato utilizzato per la costruzione e l’allestimento.

Lo scopo è quello di avere, per ogni unità navale analizzata, il quadro esatto della situazione, così da intervenire per quelle eventuali situazioni critiche che necessitino di interventi di bonifica urgenti. Non saranno indagate solo aree operative, come impianti di movimentazione cannoni o missili, ma anche locali ‘di vita’, come mense, quadrati, dormitori e aree di controllo e di comando, seguendo la mappatura realizzata e messa disposizione dalla Marina (laddove presente) che individua la tipologia, l’ubicazione, la consistenza e lo stato di conservazione di «eventuali manufatti contenenti amianto presenti a bordo», come si legge nel disciplinare di gara. I campionamenti tuttavia non riguarderanno solo i materiali, ma saranno tesi a verificare anche l’eventuale dispersione e presenza delle fibre d’amianto nell’aria, ovvero quelle più potenzialmente pericolose per l’equipaggio.

Proprio per questo, molte delle verifiche verranno eseguite in mare aperto, con la nave in attività, ovvero quando la maggior parte delle apparecchiature navali sono alimentate e funzionanti e il rischio di ‘muovere’ le fibre killer è più elevato. E verranno utilizzate metodologie d’avanguardia, come la microscopia elettronica a scansione e la microscopia ottica in contrasto di fase, al fine di valutare l’eventuale presenza, la concentrazione e il tipo di fibre in atmosfera. Le procedure operative per eseguire i campionamenti in atmosfera delle fibre di amianto aerodisperse sulle navi sono state definite dal Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’Università di Genova, mentre le analisi dei materiali campionati dovranno seguire i protocolli individuati dal ministero della Salute. Per ogni nave, l’azienda fornirà un rapporto finale per ogni nave indagata, fornendo anche indicazioni su eventuali situazioni critiche.