Femminicidio, minacce all’avvocato difensore

La Camera penale scende in campo contro gli attacchi dei ‘leoni da tastiera’ al legale che assiste l’assassino di Alessandra Piga

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I ‘leoni da tastiera si sono scatenati sui social coprendo di insulti e gravissime minacce l’avvocato spezzino Riccardo Balatri, ‘colpevole’ ai loro occhi di svolgere il suo lavoro e aver assunto la difesa di Yassine Erroum, che sabato scorso ha ucciso a coltellate la moglie Alessandra Piga a Castelnuovo. C’è chi è arrivato a scrivere "galera per gli avvocati che difendono i malviventi" fino alla frase sicuramente di una gravità assoluta "toccherebbe ammazzare lui, rivolto all’assassino, e l’avvocato che lo difende". E ancora "il suo avvocato non avrà schifo a difenderlo", "Se l’avvocato sta cercando una scusante metterei in galera anche lui", e via in un crescendo di offese, pesanti insulti e soprattutto minacce.

Sulla vicenda ha preso posizione la Camera Penale della Spezia; gli avvocati penalisti non si sono limitati a manifestare la propria solidarietà al collega ma sul loro sito hanno diramato un durissimo documento dal titolo "Nessuno tocchi il difensore", che l’avvocato Balatri ha molto apprezzato. Nella parte finale il consiglio della Camera Penale, presieduto da Andrea Lazzoni, lascia intendere che la vicenda potrebbe avere anche un seguito giudiziario. Afferma infatti: "Ricordiamo che tanto più grave è il crimine del quale una persona è accusata , tanto più rigoroso deve essere il rispetto delle regole che servono per accertare la sua eventuale responsabilità. Sono principi semplici. Talmente semplici che siamo certi i primi ad invocarli saranno proprio gli autori dei commenti citati che, per aver insultato e minacciato un avvocato , si troveranno forse al cospetto della giustizia e invocheranno per se l’assistenza dell’avvocato più agguerrito, per le tesi del quale pretenderanno il più ampio ascolto e profondo rispetto".

In precedenza la Camera Penale ricorda che il web si è scatenato per una dichiarazione dell’avvocato Balatri nella ricostruzione di alcuni passaggi dell’interrogatorio di Erroum, pubblicato su un quotidiano on line e prosegue: "Niente di nuovo, a dire il vero ci siamo abituati: la piazza è sempre stata forcaiola ed è ulteriormente peggiorata da quando è diventata virtuale. E neppure è una novità l’aberrante tendenza a identificare il difensore con il suo assistito o peggio ancora, con le azioni del suo assistito. L’abitudine però non ci autorizza alla rassegnazione di fronte a queste forme di profonda ignoranza non solo di basilari principi giuridici , ma delle regole fondamentali di qualunque società civile. E quindi esprimendo la solidarietà degli avvocati penalisti spezzini al collega Balatri ricordiamo a tutti che la piazza non è il luogo del processo che nessuno deve essere condannato senza un giusto processo, che la vendetta non ha nulla a che vedere con la giustizia, che un giusto processo presuppone di un difensore forte e libero da qualunque condizionamento. Se il difensore non è libero e forte non può esserlo neppure il giudice che il difensore non è chiamato ad approvare o condividere le azioni attribuite al proprio assistito, bensì a garantire il rispetto delle regole sostanziali e processuali".

Carlo Galazzo