Asl eredita i beni di un’anziana. Le badanti fanno causa

Dal magistrato del lavoro la controversia dopo la morte dell’assistita

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

La Spezia, 22 marzo 2018 - Fra il 2012 e il 2015 hanno prestato servizio ad un’anziana vedova e senza figli. Sono state pagate ma non nella misura in cui, a loro avviso – secondo il contratto di lavoro in materia di assistenza familiare - avrebbero dovuto realmente ottenere. Sono due spezzine di mezza età che, dopo la morte dell’assistita, hanno presentato il conto all’Asl 5 e, di fronte al diniego di questa a saldare le spettanze rivendicate, si sono rivolte al giudice del lavoro. Perché l’azione legale nei confronti dell’Azienda sanitaria spezzina?

Semplice: l’Asl risulta erede universale dell’anziana. Questa infatti aveva indicato nel testamento che l’unico sul bene, la casa di residenza, dovesse essere incamerata al patrimonio dell’azienda: un gesto di riconoscenza per le cure godute e anche un assist per far fronte al bisogno di risorse con le quali fronteggiare le spese per l’assistenza agli ammalati.

Nei giorni scorsi si è incardinata la causa davanti al giudice Giampiero Panico. A far valere le ragioni delle badanti, l’avvocato Enzo Macera. Ad assistere l’Asl, l’avvocato Francesco Turano. La posta in gioco, complessivamente, è di 20mila euro. Da provare, intanto, come si è articolato il servizio di assistenza all’anziana e la mancata applicazione del contratto.

Sul punto, a fare i conteggi, è stato il patronato della Cgil al quale le anziane si sono rivolte. Rivendicano il mancato pagamento di giorni festivi, la mancata fruizione di ferie e un pagamento parziale delle ore di lavoro praticate. Negli atti di causa sostengono che il servizio era articolato in due turni di 12 ore, uno dalle 8 alle 20, l’altro dalle 20 alle 8 di mattina.

Le mosse dell’Asl non si sono fatte attendere: le istanze sono per la riunifacazione delle due cause e per la chiamata in causa di due parenti dell’anziana che risulterebbero coeredi. In discussione poi il merito del rapporto contrattuale dedotto in giudizio, là dove viene eccepita l’esistenza di un orario di lavoro predefinito e le funzioni direttive del datore di lavoro. L’Asl mira a dimostrare che le due ricorrenti frequentassero la casa per amicizia e che l’assistenza fosse stata prodotto in regime di «liberalità, percependo solo un fondo spese per fronteggiare le commissione richieste di volta in volta. L’istruttoria prevdere l’escussione di vari testi per la verifica dei reali rapporti fra l’anziana a le due badanti.

Corrado Ricci