Effetto-Covid, in calo i contratti di lavoro

Il blocco dei licenziamenti non rende facile la lettura dei dati, ma la situazione non è rosea. "Arriveremo a un crollo di circa il 30-40%".

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La pandemia non solo ha inferto un colpo durissimo alla tenuta dell’economia provinciale, ma con le sue emergenze diffuse il covid ha reso difficile anche quantificare il danno in termini di occupazione, soprattutto con riferimento al contesto del precariato, entro cui si colloca il sistema dei navigator. "Il fatto è – spiega Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio economico della Cgil di Genova – che in questa fase è assolutamente impossibile la definizione del quadro dell’avvio al lavoro. A livello spezzino non ci sono ancora dati disponibili per il periodo attuale anche perché Inps è attualmente concentrata su altri versanti, quelli delle prestazioni e degli interventi per l’integrazione del reddito. E d’altra parte il blocco dei licenziamenti, attivo fino al 17 agosto, e che presumibilmente sarà prorogato fino a settembre o addirittura a fine anno, rende inattendibile ogni valutazione, anche se l’area dei contratti a termine e del precariato è quella più esposta".

I dati disponibili, attraverso Istat, su quali si può effettuare qualche elaborazione sono quelli del primo trimestre 2020, che hanno però carattere regionale, senza approfondimenti provinciali. La situazione spezzina, per i primi tre mesi dell’anno, in termini statistici si può quindi solo intuire analizzando il contesto ligure. C’erano segnali già nei primi mesi dell’anno? "Si colgono avvisaglie chiare – osserva De Silva – con forti riduzioni già a marzo nelle attivazioni di contratti lavoro nella regione. Il calo è stato è stato del 41 per cento rispetto al mese precedente. Il dato riferito al primo trimestre, sempre a livello regionale, ha fatto registrare invece una flessione media percentuale delle attivazioni del 15,5 per cento. Ed è facile prevedere che il dato del secondo trimestre sarà raddoppiato, attestandosi sul 30-40%". Dati statistici specificatamente spezzini per ora non ce ne sono, ma va tenuto presente che sul totale dell’occupazione ligure, la nostra provincia pesa per il 14%. E pensare che la disoccupazione nel 2019 era calata dal 10 al 9% (nel 2014 era attestata al 12,4%).

Quello dell’anno scorso era risultato il dato migliore, con 8.761 persone in cerca di occupazione e 88.543 occupati. Ora si attende di quantificare i danni dello tsunami pandemia. "Purtroppo si è facili profeti – afferma De Silva, responsabile dell’elaborazione dei dati regionali del primo trimestre – a prevedere che il trend di crescita del 2019 sarà largamente interrotto, anche se ogni provincia ha una propria fisionomia, Spezia per esempio è la realtà più terzializzata di una regione che è a sua volta la più terzializzata a livello nazionale.

Parliamoci chiaro: nessuna provincia avrà più un segno positivo nel 2020 e nel 2021, sarà un biennio ancora più nero del 2013-2014. Anche se a Spezia il dato peggiore fu quello registrato del 2009".

Franco Antola