Velisti spezzini, le famiglie chiedono aiuto al Giro d'Italia

Dispersi nell’Oceano, nessuno li cerca. L'appello delle famiglie

Antonio Voinea e Aldo Revello

Antonio Voinea e Aldo Revello

Castelnuovo Magra (La Spezia), 25 maggio 2018 - Dal mare ai monti, è un appello continuo e montante quello per tenere viva la fiammella della speranza di ritrovare vivi Aldo Revello e Antonio Voiena, i due velisti spezzini dati per dispersi nell’Oceano Atlantico che ha inghiottito lo yacht di 14 metri, il Bright, sul quale erano imbarcati.

Oggi il pressing accompagnerà i ciclisti impegnati della tappa del Giro d’Italia da Venaria Reale e Col del Lys, con vista sulle Alpi Graie. Quella è provincia di Torino e lì vivono la sorella e la mamma di Antonio, Genny Revello e Maria Gisella Catalano. «Ci batteremo fino all’ultimo respiro per chiedere alle navi che attraversano l’Atlantico di tenere alta la guardia e per giungere ad una spiegazione logica della scomparsa dei nostri cari. Chiediamo l’apertura di un’inchiesta formale, temiano che il Bright sia affondato a causa di una collisione, forse con una nave, più probabilmente contro un container».

Per questo  ieri hanno affisso una serie di lenzuoli-appello alle finestre delle case che si affacciano sul percorso del Giro: «Troviamo Aldo e Antonio» c’è scritto. La richiesta è ai cameramen che seguono la carovana rosa per far entrare le immagini nelle case degli italiani. La Procura della Spezia ha intanto girato la denuncia di scomparsa alla omologa di Roma, competente ad indagare in caso di italiani scomparsi all’estero. «Mi auguro che l’autorità giudiziaria faccia la sua parte...» dice Genny.

Lei ha una certezza: che Aldo e Antonio si trovino nella zattera autogonfiabile di salvataggio in dotazione al Bright, che gli stessi siano stati in grado di lanciarla in mare e trovare in essa riparo nell’immediatezza dell’allarme Epib. Questo, ricordiamo, era scattato alle 15,48 del 2 maggio scorso, quando l’imbarcazione navigava spedita – con vento al traverso di 15 nodi e onda lunga di un metro e mezzo – a circa 330 miglia ad Est delle Azzorre, 410 dalle coste del Portogallo, con rotta per lo stretto di Gibilterra, dopo aver lasciato le Azzorre il 28 aprile. «L’EPIRB del Bright è stato azionato manualmente. Quel modello non si attiva a contatto con l’acqua, ha bisogno di qualcuno che lo faccia. Questo significa che Aldo e Antonio hanno avuto il tempo di scendere sotto coperta e poi di risalire per azionare la zattera di salvataggio o che possano averla lanciata in mare ancor prima di attivare l’Epirb» è la convinzione incrollabile di Rosa, la moglie di Aldo. La barca - dalla prima ricognizione aerea attorno alle coordinate dell’unico allarme Epirb captato da un satellite e poi per altri cinque giorni - non è stata localizzato, al pari della zattera di salvataggio.

«Voglio  ancora sperare, perché conosco la perizia marinara di Aldo e perché la storia insegna: Ambrogio Fogar e Mauro Mancini, naufraghi in balìa delle onde su una zattera autogonfiabile, nel ’78, vennero localizzati da una nave in transito 74 giorni dopo l’affondamento della loro barca, il Surprise».

E’ intanto  ancora in corso una raccolta di fondi, via Facebook, da mettere a disposizione dei familiari di Aldo e Antonio per eventuali altre ricerche o, se queste non avranno ragioni per essere mirate, per sostenerle nel futuro. E’ accaduto su impulso dell’attrice Marianna De Micheli. Sono già stati raccolti 33mila euro. «Siamo pronti a partire, magari a noleggiare un aereo, alla prima indicazione utile su una possibile localizzazione. Per ora voglio esprimere un grande e sincero ringraziamento a Marianna e tutte le circa 1000 persone che hanno voluto dare un contributo concreto, oltre a quello morale, per testimoniarci affetto. Grazie, grazie di vero cuore» dice Rosa.

Corrado Ricci