"Diffamò il segretario dei giovani del Pd"

Christian Faenza era stato preso di mira su Facebook e inserito ingiustamente in un contesto legato alla ’ndrangheta

Era stato preso di mira, accostato alla figura dello zio Antonio Romeo, proprio mentre iniziava la sua carriera politica di segretario dei giovani del Pd di Sarzana. Amici e conoscenti avevano letto gli ’affondi’ nel profilo Facebook di Christian Abbondanza, leader della Casa della Legalità. A sporgere denuncia contro di lui per i fatti accaduti nel febbraio 2016, era stato Christian Faenza, il nipote di Antonio Romeo che per anni era stato additato come capo dell’ndrangheta a Sarzana, ma poi assolto a più riprese con sentenze passate in giudicato. Per gli attacchi a Faenza, Abbondanza che tanti meriti ha avuto in Liguria per la ‘sveglia’ data ad amministratori e cittadini sul rischio delle infiltrazioni mafiose nelle comunità locali, era stato rinviato a giudizio per diffamazione dalla procura della Spezia e condannato ieri dal giudice Elisa Scorza, che lo ha ritenuto colpevole, a tremila euro di multa. Accolta pienamente la tesi degli avvocati Giuliana Feliciani e Valentina Antonini, difensori di fiducia dell’ex segretario dei giovani del Pd di Sarzana.

Christian Faenza, nella sua deposizione in aula, aveva raccontato di un attacco quasi persecutorio anche nei confronti di altri componenti del suo nucleo famigliare: il fratello Daniele e la moglie, genitori di un bambino allora di soli tre anni. Faenza aveva vissuto sotto l’ombra di essere considerato, se non mafioso, contiguo alla mafia, "inserito in un contesto strettamente legato alla famiglia di ’ndrangheta dei Romeo". Un incubo, una lacerazione, fatta di isolamento nel momento in cui era impegnato nella carriera politica, impotente a fronteggiare l’onda montante alimentata dal sospetto dopo i post pubblicati su Facebook da Abbondanza.

Il pubblico ministero Luca Monteverde aveva presentato inizialmente una richiesta di archiviazione alla denuncia di Faenza, ma gli avvocati Feliciani e Antonini fecero opposizione sostenendo che nel momento in cui una persona si mette in politica, deve ritenersi più esposta alla critica fatta di toni aspri e vibranti. Faenza aveva riferito anche delle fotografie di famiglia in cui era ripreso il nipotino, asportare dal profilo Facebook del fratello Daniele e inserite nel sito della Casa della Legalità, con conseguente raffica di commenti negativi.

Massimo Benedetti