Dare l’altolà a chi vìola gli standard sulle emissioni

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Prima domanda

Il porto è di fatto territorio extracomunale, così come lo sono le aree militari. Il Comune ha poca voce in capitolo nelle scelte strategiche che l’Autorità Portuale adotta. Tuttavia, nel quadro di un auspicabile e possibile rapporto di collaborazione con il porto, il Comune può e deve proporre soluzioni e progetti che permettano un traffico mercantile (specie dei contenitori) con minore impatto sulla città, e un maggiore impatto occupazionale, specie se si lavorerà insieme per un nodo retroportuale più efficiente.

Seconda domanda

Le navi a gas saranno una logica conseguenza del progresso tecnologico in corso, indipendentemente da guerre e blocchi economici, da cui invece dovremmo sganciarci quanto prima. Le navi moderne usano combustibili e hanno sistemi di filtraggio ad alta efficienza con emissioni ridottissime, cosa non sempre osservabile nel naviglio militare. Molti porti ed aeroporti nel mondo hanno iniziato a vietare l’entrata di navi ed aerei che non rispettano gli standard minimi di emissioni acustiche ed inquinanti. Questa sarebbe una prima miusura concreta ed efficace, di immediata adottabilità.