Nel '90 rischiò la vita dopo un'aggressione. Ora cerca il suo eroe

Fu aggredita a Carrara. La salvò un ragazzo spezzino

Daniela Alreni cerca chi la aiutò

Daniela Alreni cerca chi la aiutò

Marina di Carrara (Carrara), 8 agosto 2018 - Non ha dimenticato chi una calda estate del 1990 le ha salvato la vita in una situazione drammatica. Quel volto è rimasto impresso nei suoi occhi di ragazzina spensierata in vacanza con le sorelle sul litorale apuano. E’ lì che nel giro di pochi istanti ha incrociato chi ha cercato di rovinarle la vita e chi gliel’ha salvata. A distanza di 28 anni Daniela Alreni, 44enne milanese trapiantata a Bassano del Grappa, vuole finalmente dire «grazie» al suo salvatore. Tutto nasce nell’estate del ’90 quando la 16enne si trovava con le sorelle più grandi in vacanza a Marina di Carrara. «Tutte le sere – racconta – con gli amici ci trovavamo al pattinaggio della Caravella, punto di ritrovo per i giovani del tempo». Una brutta sera è stata aggredita da un giovane in preda ai fumi dell’alcol. «Ho un ricordo vago di quanto successo prima, probabilmente aveva tentato un approccio e mi ero allontanata. Quando è tornato alla carica mi ha colpito alla gola con un bicchiere di birra, procurandomi una profonda ferita nella zona della carotide». In un istante la maglietta di Daniela si è coperta di sangue fra lo choc degli amici. E in quel momento si è materializzato chi ha avuto un ruolo decisivo per il lieto fine.

«Conoscevo già quel giovane, si chiamava Edoardo aveva 19 anni, mi aveva detto di abitare a Spezia dove quell’anno stava anche facendo il servizio militare. Mi ha subito fatto salire sull’auto di un amico, mi hanno portato al pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana dove due giovani medici mi hanno chiuso la ferita con 7 punti ‘a vivo’. Mentre uno cuciva l’altro cercava di tranquillizzarmi». Edoardo era lì, in sala di aspetto insieme all’amico. «Hanno aspettato fino alle 4 del mattino, quando sono stata dimessa dall’ospedale. Mi hanno riportato a Marina di Carrara» dove ad attenderla c’erano le sorelle all’oscuro di quanto accaduto. Nel 1990 poi cellulari e sms ancora non esistevano.

«Abbiamo accorciato le vacanze e da quel giorno non siamo più venuti a Marina di Carrara, anche per lo choc subito». La violenza di quella sera ha ovviamente avuto un risvolto penale con la denuncia nei confronti dell’aggressore, finito sotto processo e condannato. «Io sono andata a testimoniare in tribunale: alla fine quel giovane mi ha pagato un risarcimento per quanto fatto». Daniela ha poi perso di vista quel giovane che con la sua prontezza di spirito ha evitato una sicura tragedia. «In tutti questi anni non ho mai dimenticato Edoardo e il suo amico, di cui non ricordo il nome: senza di loro sicuramente ora non sarei qui con mio marito e i miei due figli. Li vorrei ringraziare tanto. Magari Edoardo leggendo la storia si riconosce: era magro, alto, di carnagione olivastra». La mail di Daniela è [email protected]. La sua speranza è che Edoardo e l’amico le scrivano.

Claudio Masseglia