MARCO MAGI
Cronaca

Da 50 anni ’vivono’ in Incognito: "Con noi gli estranei sono amici"

Bluey Maunick racconta la magia della band che stasera sarà in piazza Europa per il Festival del Jazz

Jean-Paul ‘Bluey’ Maunick

Jean-Paul ‘Bluey’ Maunick

Jean-Paul ‘Bluey’ Maunick è il chitarrista, anima e mente degli Incognito, band pioniera dell’acid jazz formata nel 1979. Con loro prosegue il 57° Festival internazionale del jazz della Spezia, stasera alle 21.30, in piazza Europa.

Attivi da quasi 50 anni, con una formazione in continua evoluzione. Come riuscite a mantenere vivo lo spirito degli Incognito?

"Il gruppo è stato creato per essere un collettivo musicale piuttosto che una formazione fissa – spiega Bluey –. È anche una piattaforma per essere notati dall’industria musicale in cerca di talenti, che porta a lavori e collaborazioni che possono assicurare un futuro più brillante a chi è sotto l’ombrello degli Incognito. Per esempio Tony Momrelle con Shade, Joy Malcolm e Roberta Gentile con Eros Ramazzotti, Francis Hylton con Gianna Nannini, Trevor Murelle con gli Wham e poi George Michael, Pete Ray Biggin con i Level 42 e così via. La forza trainante della band è sempre stata quella di comunicare e unire il pubblico con suoni edificanti. I nostri spettacoli sono incontri in cui gli estranei diventano amici. E il nostro messaggio è di speranza".

Lei ha spesso parlato di rispettare l’individualità dei musicisti coinvolti. Cosa significa per voi far parte di una band, che concede così tanto spazio personale all’interno di un progetto collettivo?

"Sono della vecchia scuola di produzione. Credo che scegliendo la persona giusta per il compito da svolgere si ottengano i risultati migliori. Coltivare il talento, invece di frenarlo. Non si tratta di cercare la gloria personale, ma di servire il processo creativo e in definitiva la canzone. Ogni grande brano inizia con una grande voce. Autotune Unlimited offre il set completo di strumenti necessari per fare di qualsiasi performance vocale la performance perfetta".

Il vostro sound fonde soul, funk, R&B e acid jazz, ma non ha mai smesso di evolversi. Quali sono le influenze o le ispirazioni che vi guidano maggiormente oggi?

"Mentre nuove generazioni ci scoprono, noi scopriamo nuove generazioni con visioni interiori in espansione".

Nella sua lunga carriera ha collaborato con artisti leggendari come Stevie Wonder, Chaka Khan, Al Jarreau e George Benson. C’è un artista con cui sognate ancora di lavorare?

"Tantissimi: Herbie Hancock, Kendrick Lamar, Jill Scott, Doctor Dre, Eminem, Kaidi Tatham, John Mayer, Anderson. Paak solo per citarne alcuni!".