Coronavirus. Personale infetto. "Asl a rischio collasso"

Allarme rosso sul numero di operatori positivi al test. "Ospedale allo sbando. Pazienti trasferiti da un reparto all’altro nel cuore della notte"

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La Spezia, 29 marzo 2020 -  «Se si continua così, gli operatori positivi saranno sempre di più, e il sistema sanitario locale rischia il collasso". È un allarme da codice rosso quello che i sindacati lanciano nel pieno dell’emergenza Covid-19. I dati, ancorché provvisori, sulle prime centinaia tamponi eseguiti sul personale sanitario di Asl5 hanno preoccupato non poco le organizzazioni sindacali di categoria. Trecento fino a oggi gli esami eseguiti (altri 68 sono attualmente in corso), e la percentuale di quelli risultati positivi è del’11,3 per cento, un dato più alto rispetto ad Asl3 e che allarma i sindacalisti.  

«Era inevitabile – sentenzia Alessandra Guazzetti di Fp Cgil – a fronte di un’organizzazione completamente assente e dell’assenza dei dispositivi di protezione a disposizione degli operatori. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto è ormai certo che la macchina per dotare il personale del materiale necessario si è mossa in ritardo. In ospedale non esistono ormai zone ‘pulite’ e ‘aree sporche’, esistono invece i malati trasferiti da una parte all’altra in piena notte". Dalla sindacalista anche una stoccata al piano di assunzioni avviato dalla Regione per contrastare il virus e potenziare i reparti. "Sono una goccia nell’oceano, le carenze di organico le conosciamo ormai tutti: stiamo ancora aspettando l’arrivo dei dieci infermieri dall’Asl4 in base alle deroghe del 2018, e questo la dice lunga. L’assenza in corsia degli operatori contagiati rischia di pesare tantissimo: fortunatamente grazie all’atteggiamento del personale, come ad esempio quello ambulatoriale che si è messo a disposizione dei reparti, un po’ si riesce a tamponare, ma se si va avanti così, considerando che ci sono ancora tantissimi tamponi da analizzare, il sistema rischia il collasso". Frecciate anche ad Asl5, colpevole di aver tagliato i rapporti sindacali: "L’azienda non ci comunica alcun dato, ormai li leggiamo dai giornali – afferma amara la Guazzetti –, e dire che dieci giorni fa lsi era presa l’impegno di convocarci una volta a settimana. Stiamo ancora aspettando". Una richiesta, quella di aver a disposizione i dati sul personale contagiato, che l’altro ieri è stata inoltrata anche dalla Fials. "I dati diffusi dalla Regione sono elevati, ma abbiamo sentore che i contagi possano essere di più – spiega Luciana Tartarelli, segretario provinciale della Fials –. Abbiamo chiesto i dati, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta". La soluzione? Per Salvatore Currenti di Cisl Fp la strada è quella di "eseguire gli esami su tutto il personale. Abbiamo chiesto l’esecuzione dei tamponi, vanno bene anche gli esami del sangue. Siamo molto preoccupati, perché i numeri aumentano. Il personale è encomiabile, non usufruisce neppure delle licenze introdotte dal decreto, ma si sente abbandonato". E intanto, la settimana alle porte dovrebbe essere quella buona per l’avvio degli esami sierologici al persona le sanitario secondo il protocollo validato dal San Martino. Anche in questo caso però secondo i sindacati c’è qualche lato oscuro. "Pare – spiega Massimo Bagaglia, segretario Uil Fpl – che tale protocollo sia limitato all’area metropolitana di Genova. Speriamo di sbagliarci". Matteo Marcello