Coronavirus, infermiera ricoverata. Cede dopo il turno massacrante

Il malessere nella notte, poi la corsa all’ospedale. Ora è sotto ventilazione. Attesa per il tampone Una operatrice e il marito al pronto soccorso: sottoposti a una Tac scoprono di essere positivi

Infermieri e operatori socio sanitari in prima linea ad accudire gli anziani

Infermieri e operatori socio sanitari in prima linea ad accudire gli anziani

La Spezia, 2 aprile 2020 - Nella casa di riposo Sacro Cuore di Brugnato non c’è tempo di star dietro ai giornalisti che vorrebbero chiarimenti e che si sono affidati all’addetto stampa, di fresca nomina, per veicolarele domande. Tutti troppo presi ad accudire i 120 pazienti anziani, 22 dei quali risultati positivi al test. Chi è rimasto in prima linea - fra medici, infermieri e operatrici sociosanitarie - continua a fare turni massacranti. C’è anche ci ha deciso di rimanere all’interno della struttura, senza tornare a casa, fruendo della stanza adibita all’ospitalità di don Mario Perinetti, presidente del consorzio che gestisce il complesso.

C’è chi, l’altra notte, si è accasciata sul campo, palesando malassere e problemi respiratori. E’ un’infermiera la cui prima premura è stata quella di dire alle colleghe: "Non vi preoccupate; è stress...". Di certo è stato necessario il ricovero, con tanto di ventilazione. Una crisi respiratoria connessa al covid-19’?. Impossibile saperlo. Ma c’è chi, sul fronte dei colleghi lo sospetta. E cresce così anche l’attesa per i tamponi effettuati dall’As al personale operativo nella struttura di Brugnato. Sono stati completati lunedì scorso. Ma il laboratorio di analisi è sotto pressione, preso com’è a dare risposte su tanti fronti, mentre infuriano le polemiche sullo smarrimento dei materiali destinati ai controlli nella struttura centrale genovese.

Attesa angosciante anche per una decina di oss che, dopo aver palesato sintomi sospetti, sono rimaste a casa in malattia. Solo in un caso, a fronte probabilmente di insistenze o confidando che non sarebbero emerse criticità, una oss è stata indotta dall’Asl a recarsi al pre-triage del pronto soccorso per un check. Lo ha fatto col marito che, a differenza di lei, manifestava problemi respiratori marcati. Entrambi sono stati sottoposti alla Tac. L’esame radiografico ha evidenziato "area a vetro smerigliato di dimensioni superiori a tre centimetri compatibile con covid" come refertato nel certificato medico.

Meno gravi le condizioni dei polmoni della donna alla quale, a suo dire,i medici hanno detto che è "in via di guarigione", come se il virus avesse fatto la sua parte. Dirimente, a questo punto, diventa la prova del tampone. La risposta non è ancora pervenuta. Lei e lui continuano a restare a casa in isolamento a garanzia di terzi, per ilcontagio di cui potrebbe essere portatori. Ancora non eseguito il tampone ad una delle prime oss collocate in malattia, quella che aveva asserito: "Se fosse positivo e continuassi a non avere sintomi particolari, chiederei di essere collocata insieme ai pazienti covid, nell’ambiente contaminato: non avrei del resto nulla da temere e potrei dimostrare che la mia,come quella delle altre colleghe, non è fuga dalle responsabilità ma è una necessita di tutela sociale"  

Corrado Ricci © RIPRODUZIONE RISERVATA