Contratti e paghe, sos dei sindacati "Nel turismo troppo lavoro nero"

I rappresentanti delle maestranze respingono al mittente le accuse mosse a chi cerca un’occupazione "I problemi sono tanti, cerchiamo di risolverli insieme: è ingiusto scaricare tutto su una sola categoria"

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"Basta accusare i lavoratori, i problemi sono tanti e vanno affrontati": i sindacati prendono posizione sulla carenza di personale stagionale. "Rispediamo al mittente le accuse fatte ai lavoratori – afferma Giorgia Vallone, segretaria Filcams Cgil La Spezia – nei nostri uffici curiamo il turismo e vediamo buste paga che non corrispondono alle ore lavorate, situazioni in cui il lavoro in nero la fa da padrone e le contrattualizzate sono sempre meno rispetto a quelle reali. Stiamo provando a mettere in evidenza l’importanza della destagionalizzazione per dare stabilità ai posti di lavoro: di fronte a contratti da pochi mesi è evidente che molte persone cerchino occupazioni che garantiscano una maggiore serenità durante tutto l’anno". Cgil, Cisl e Uil hanno rinnovato con Regione Liguria il Patto per il Turismo, che incoraggia le aziende ad assumere per almeno 6 mesi continuativi, grazie a sgravi fiscali, e permette ai lavoratori dopo 8 mesi di lavoro di ricevere la Naspi. La destagionalizzazione resta però l’obiettivo principale, infatti con politiche lungimiranti e organizzazione permetterebbe a tanti dipendenti della ristorazione e ricezione di rimanere attivi tutto l’anno. "Se non viene data una prospettiva vera alle persone, chiaramente si accontentano del Reddito di Cittadinanza, della Naspi e di qualche lavoro in nero – spiega Marco Callegari, segretario organizzativo Uil Liguria – Nella nostra regione la stagione turistica è molto corta, vengono fatti soprattutto contratti part-time, perciò ci si affida alla flessibilità e alle ore ’fuori busta’, la soluzione è fare contratti meno flessibili e con retribuzione adeguata. Purtroppo ci sono anche problemi strutturali, l’Ispettorato del Lavoro non ha le risorse adeguate alla sua funzione di controllo e la formazione per i dipendenti del turismo non è sempre certificata".

Un tema ampio che non può essere ridotto ad accuse reciproche tra datori di lavoro e dipendenti, ma va analizzato nel suo insieme per incrociare domanda e offerta garantendo a tutti tutela. Mirko Talamone, Fisascat Cisl, sottolinea questo aspetto: "Il fenomeno va affrontato senza strumentalizzazioni e con investimenti mirati a sostegno dell’occupazione, trovo ingiustificate le dichiarazioni della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). La colpa non è soltanto dei lavoratori, negli ultimi due anni la situazione si è aggravata perché tanti hanno cambiato impiego a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia. Inoltre molte imprese non applicano i contratti collettivi nazionali di lavoro, ci sono molte situazioni di irregolarità, sia nei riposi che negli straordinari non retribuiti. Senza prospettive di impiego concrete, una formazione di livello e con formule di apprendistato sfruttate non è possibile trattenere sul territorio le professionalità".

Ginevra Masciullo