Scirocco, il cuore dei marinai è lì

In 300 arrivati da tutta Italia per il congedo della storica nave

Ultimo ammaina bandiera di nave Scirocco: una parte degli ex marinai

Ultimo ammaina bandiera di nave Scirocco: una parte degli ex marinai

La Spezia, 21 febbraio 2020 - Lieve sulle dita, pesante sul cuore. La Bandiera di combattimento della fregata Scirocco è passata ieri sera di mano in mano, nella base navale, fra le salve di cannone e i fischi del nostromo al top dell’omaggio (al pari di quello che si rende al capo dello Stato): una staffetta - evocativa di un abbraccio ideale - dal marinaio che l’ha ammainata al comandante che l’ha raccolta fino al capo della squadra navale che ha fatto da sponda per la consegna finale, nelle mani del capo di stato maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che l’ha riposta nell’urna per la destinazione finale, l’Altare della Patria: "Si chiude un ciclo, la storia continua. Nuove navi ci attendono per servire il Paese". Rituali. Rituali solenni che, sottesi dell’Inno Nazionale, segnano le vicende della Marina e degli uomini. Come quelli, in questo caso, giunti alla Spezia da ogni parte d’Italia per l’ultimo saluto alla nave nella quale furono imbarcati. Erano in trecento. "Un legame indissolubile", come ha detto l’ultimo comandante, Gianluigi Baroncelli. L’ammaina bandiera è una cerimonia solenne ma velata di tristezza. Tutt’altro clima rispetto a quello del varo avvenuto il 17 aprile del 1982 nei Cantieri Riuniti di Riva Trigoso. Non c’è festa quando una nave va in disarmo. Ma la ricapitolazione delle sue avventure sui mari si fa valore, consolazione, orgoglio, appunto. Come quello che prova il capo di prima classe Mario Panella, dal 2008 al 2019 imbarcato sulla nave. "Innumerevoli le missioni compiute, dall’interdizione del traffico marittimo nelle acque antistanti il Libano durante la crisi del 2008-2009 all’operazione Active Endeavour per il controllo del Mediterraneo fino alle operazioni antipirateria, a Mare Nostrum". Il momento più bello? "Tanti. La stessa vita di bordo, la condivisione di tutto negli spazi ristretti della nave, ha reso il disagio gradito, là dove il gioco di squadra era fonte di soddisfazioni. Ricordo poi con nostalgia il bagno di folla che nel 2015 ci fu alla Festa della Marineria, quando lo Scirocco fu visitato da migliaia di persone. Fu bello per loro ma anche per noi marinai, rafforzati nel senso dell’appartenenza al Paese". Antonio Barzagli, ex radarista è arrivato da Ravenna: "La nave mi ha aperto nuovi orizzonti di vita e, con le sue tecnologie al top, ha aperto la strada a Internet. Sarebbe bello musealizzarla". Un’alternanza di esibizioni muscolari e mani tese, nei lunghi trascorsi della nave. C’è chi materialmente ha steso le braccia per strappare alla morte chi stava rischiando grosso. E’ il tenente di vascello Umberto Vegna, fra il 2015 e il 2016 impegnato nell’operazione Mare Nostrum, per garantire il diritto alla pesca alle unità italiane nel Canale di Sicilia e per soccorrere i migranti alla deriva, in pericolo di vita. Il 23 aprile del 2016 concorse al salvataggio di 380 persone. "C’erano anche 80 bambini e 50 donne sui barconi. I loro volti restano impressi nella mia mente. Fu un’esperienza complessa, della quale andare fieri. Il giorno dopo evacuai un pescatore da un motopesca italiano: si sentiva male e c’era da portarlo al più presto in un ospedale. L’aiuto in mare, insieme alla difesa degli interessi nazionali, è il motore, il senso delle missioni, sia quando le necessità impongono l’uso della forza sia quando l’arma da esibire è quella del cuore. Sono stati quelli momenti forti e belli della carriera, li ricordo con nostalgia, anche alla luce dei trascorsi attuali". Per poter assistere i familiari ammalati Umberto ha dovuto chiedere un congedo temporaneo dalla Marina e stare a casa a Marsala. "Ma il mio cuore è alla Spezia" ci ha detto quando la Bandiera di combattimento è stata ammainata per l’ultima volta.