"Conduttore legittimo" L’uomo di cinghiali si svela

Replica al proprietario del terreno: "Il contratto di affitto è vigente". Inadempiente nei pagamenti?: "E’ la controparte che non li incassa"

Migration

Diventa materia da avvocati il contenzioso sullo sfondo della vicenda a lieto fine dei cinghiali, salvati dal rischio abbattimento (obiettivo raggiunto dopo la mobilitazione animalista, l’ordinanza del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e la quadratura del cerchio centrata dal governatore Giovanni Toti).

Da una parte c’è Stefano Chella, il proprietario del terreno di tre ettari di Riccò del Golfo dove, ad insaputa sua delle trattative apripista, sono stati collocati gli ungulati che per 18 giorni hanno reso off limits il Parco della Maggiolina. Dall’altra il cacciatore Roberto Beccari, l’uomo che ha offerto la sponda alla Regione per dare un futuro ai cinghiali – uscendo allo scoperto dopo il riserbo inizialmente richiesto – respinge la rappresentazione di ex affittuario che gli ha cucito addosso il primo. "Dispongo di un regolare contratto d’affitto registrato all’agenzia delle Entrate; Chella rifiuta di ricevere il canone annuale; ho la prova degli assegni inviati e delle mail inviate al suo legale per sollecitare l’incasso. Legittimo il mio interloquire con gli uffici regionali a cui ho rappresentato il titolo di legittima fruizione dell’area che ho reso disponibile gratuitamente".

Dagli uffici arriva la conferma: "Per noi sul piano della procedura è tutto regolare".

Non è di questo avviso Chella che, nel febbraio del 2021, aveva rappresentato , a mezzo pec, due circostanze. Primo: "L’affittuario ha omesso il pagamento del canone di due annualità". Secondo: "Ha concesso il fondo a soggetti terzi per l’addestramento dei cani. Ciò è avvenuto senza il mio consenso. Di qui la revoca di qualsivoglia pregressa ed eventuale autorizzazione".

Sullo sfondo si colloca un contenzioso già vagliato dal tribunale. Quello che ha contrapposto Beccari ad un vicino per questioni di diritto di passo. "Si è risolto tutto a mio favore" dice l’uomo. Circostanza confermata dal suo avvocato Marco Angelini.

Il legale della controparte, l’avvocato Luca Maggiani, ha scelto la via del silenzio. Vani i tentativi di raccogliere una sua dichiarazione per ricostruire meglio la storia e capire i suoi sviluppi.

Al netto della querelle del canone – "non pagato" dice uno , "non riscosso" dice l’altro – resta il nodo delle responsabilità in caso di eventuale fuga dei cinghiali dell’area recintata. Chella, proprietario del terreno, si sente esposto a rischio e non intende farsene carico. Beccari replica: "Se dovessero scappare per cause naturali (frane, cadute di piante eccetera), Chella non avrebbe nessuna colpa, come già successo tempo fa".

La Lav vigila con le telecamere spia sullo stato di salute, la presenza in sito e le cure ai cinghiali. Ad alimentarli, finora, è stato Beccari col recapito di granoturco acquistato da sue spese. "Sono in attesa che l’associazione animalista faccia fronte agli impegni assunti", dice. La stessa, intanto, ha chiesto alla Regione di gestire l’area. Ma il contenzioso in essere rende la prospettiva quanto meno complessa. I cinghiali, ignari delle carte bollate ai blocchi partenza, mangiano con gusto e badano al loro decoro: le telecamere hanno documentato i lavaggi, con assist reciproci.

Corrado Ricci