Il sindaco Peracchini: “Il 'compleanno' di Spezia non può essere comunque dimenticato”

Nessuna manifestazione pubblica ma il ricordo del 1° aprile 1343 quando la comunità spezzina costruì una Podesteria autonoma

Il sindaco Pierluigi Peracchini

Il sindaco Pierluigi Peracchini

La Spezia, 1 aprile 2020 – Lo scorso anno andò tutto diversamente. Il compleanno di Spezia del 1° aprile venne festeggiato con alcune iniziative organizzate dal Comune: fu celebrata la messa nella chiesa di Nostra Signora della Salute in piazza Brin - accompagnata dal Coro del Santuario e da Lorenzo Steardo all’organo - , poi furono lette delle poesie in dialetto, mentre alle 19, sul sagrato della chiesa, si esibì l’Unione Corale La Spezia e la Filarmonica cittadina 'Giacomo Puccini'. “Nonostante l’emergenza coronavirus, non possiamo dimenticarci la nostra storia cittadina che sempre insegna chi siamo stati, chi siamo e chi saremo”, esordisce il 1° aprile del 2020 il sindaco Pierluigi Peracchini”. Il primo aprile del 1343 la comunità spezzina venne divisa dalla Podesteria di Carpena dalla quale dipendeva per costruire una Podesteria autonoma: per decreto del primo doge della Repubblica di Genova, Simone Boccanegra, si invitavano “gli uomini delle diverse università di Spezia, Vesigna, Follo […] a separarsi da Carpena a partire dal primo aprile”.

“Oggi ci ritroviamo a ricordare questo atto di grande interesse storico – riprende Peracchini -, quando La Spezia è diventata una comunità politica autonoma che si lascia alle spalle, come la maggior parte del resto d’Italia, il sistema feudale per dare il benvenuto a una comunità politica nuova. Da quel decreto la comunità spezzina ha occasione di scrivere una pagina nuova del suo destino, iniziando un processo storico che si concluderà nel 1371 quando, riuniti nella Chiesa di Santa Maria, i rappresentanti della Comunità della Spezia e di Carpena giungono al compromesso di unificarsi sotto un unico Podestà, quello spezzino”. Non potendo svolgere alcun evento di carattere pubblico e avendo dovuto interrompere le conferenze storiche al Museo Etnografico che avevano proprio lo scopo di focalizzare l’attenzione su quella porzione di storia spezzina pre arsenalizia per troppo tempo dimenticata, possiamo soltanto non dimenticare quel 1 aprile 1343 che segnò un nuovo destino per tutta la comunità.

“In occasione di questo anniversario – conclude Peracchini -, è giusto e doveroso che la Città si stringa attorno a tutte le vittime del coronavirus e a tutti i loro famigliari e cari e a tutti coloro che sono in prima linea per combattere questa battaglia. La stessa forza che abbiamo dimostrato nel passato dovremmo ritrovarla una volta che l’emergenza sarà alle nostre spalle, guardando con fiducia al futuro e creando un nuovo corso nella storia cittadina”.