Commercianti con l’acqua alla gola

Monia Petreni sta raccogliendo le richieste di aiuto: il caso di una donna che non riesce più a pagare la merce

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di Elena Sacchelli

"Sono una commerciante del settore moda sola con due bambini, mio è marito è morto due mesi fa, e sono in difficoltà con i pagamenti della merce: a novembre ho già mandato indietro tre assegni". Questo l’incipit di una delle moltissime richieste di aiuto recapitate a Monia Petreni, titolare del negozio di abbigliamento "I Segrety di Audrey" e presidente del comitato nazionale Commercianti Uniti. La lettera continua facendo luce su un dramma umano, ma il rischio che episodi simili possano diventare all’ordine del giorno si fa sempre più plusibile, se non verranno dati al più presto aiuti concreti. "Due persone si sono rese disponibili per anticiparmi del denaro – prosegue il testo della lettera – ma non so cosa sia giusto fare. Gli usurai sapendo che siamo in difficoltà ci stanno addosso; in 35 anni di attività non ho mai avuto problemi, ma ora non c’è lavoro e non ci sono i ristori. Non ho più soldi per vivere e mi vergogno".

La sarzanese Petreni, scoraggiata dal doversi confrontare quotidianamente con simili situazioni, non è però intenzionata a fermarsi e chiede a gran voce la cancellazione dal Cai e dai protesti e ristori immediati per tutte quelle attività che hanno subito perdite riscontrabili. La sua battaglia infatti - partita ormai 10 mesi fa - non si è mai fermata e il comitato nato per sua iniziativa conta più di 5 mila partecipanti provenienti da ogni angolo d’Italia, ma uniti dalla ferma volontà di sensibilizzare il Governo e le istituzioni sulle problematiche che attanagliano tutte le attività produttive, ed in particolare le piccole attività commerciali. Proprio un paio di giorni fa, Monia Petreni, si è recata a Roma, al Mef, dove ha incontrato diversi parlamentari avanzandogli richieste concrete e tempestive in nome di tutti i Commercianti Uniti.

Comitato che, nell’arco degli ultimi mesi, ha lavorato attivamente assieme alle forze di Governo sulla disposizione di legge che prevede attualmente la non protestabilità ed iscrizione al Cai dei titoli di credito non pagati sino al 31 gennaio 2021. "Soprattutto nel settore moda – ha commentato Monia - i piccoli negozi di abbigliamento sono gestiti da ragazze e da donne che stanno facendo sacrifici enormi nella speranza di non dover chiudere le attività". Il comitato ritiene quindi che alcune iniziative da parte del Governo siano indispensabili. "Chiediamo ristori per le attività che hanno subito diminuzioni di fatturato dimostrabili nel 2020 – ha proseguito la Petreni - a prescindere dai codici ateco e dalle zone di appartenenza, ma anche la sospensione dell’attività di liquidazione e riscossione da parte dell’Agenzia Entrate almeno fino alla fine del periodo emergenziale, la proroga della sospensione dei protesti, la non protestabilità dei titoli di credito impagati e conseguente iscrizione al Cai fino alla fine del periodo emergenziale".