Immigrazione irregolare, arrestata commercialista. Lavorava di notte per truccare le carte

La Guardia di Finanza ha eseguito l'ordinanza nei confronti della professionista. Ecco come funzionava il meccanismo, almeno 50 casi nel mirino

Guardia di finanza

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La Spezia, 14 gennaio 2020 - E' accusata di aver alterato le documentazioni contabili presentate da diversi clienti extracomunitari per agevolare la loro richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno o di ricongiungimento familiare: per questo la Guardia di Finanza di Spezia ha arrestato (ai domiciliari) una commercialista spezzina di uno studio del centro. 

Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, la professionista si faceva pagare in maniera "sostanziosa" per alterare le dichiarazioni contabili presentate da una serie di soggetti extracomunitari, titolari di partite Iva, per poter avere le “carte a posto” per poter richiedere a diverse questure italiane il rinnovo del permesso di soggiorno o il ricongiungimento di un proprio familiare.

Le indagini, iniziate nel 2019 e coordinate dal procuratore di Spezia Antonio Patrono, hanno permesso di individuare complessivamente circa cinquanta casi di illecita richiesta del rinnovo di permesso di soggiorno. La commercialista spezzina si adoperava, anche di notte e di domenica, per falsificare il fatturato di numerose ditte individuali o società intestate a soggetti extracomunitari, con il solo fine di evidenziare il conseguimento di redditi più elevati di quelli effettivamente percepiti e poter così accedere ai requisiti previsti dalle norme in materia di immigrazione.

Per queste pratiche illecite il tariffario era chiaro: per una consulenza completa, ovvero l’apertura di una partita Iva, all’extracomunitario veniva richiesto un corrispettivo di circa 250 euro, invece, per la mera redazione della situazione contabile (il cosiddetto "bilancino") bastavano 50 euro; tutti i compensi venivano percepiti in contanti e senza fattura.

Nel corso dell’arresto sono state eseguite anche perquisizioni presso gli uffici e l’abitazione dell’indagata, al fine di individuare e sequestrare ulteriore documentazione contabile. Le indagini sono state condotte anche mediante la collaborazione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Spezia.