Colf ricatta e picchia l'ex padrona di casa. Patteggia la pena di due anni e sei mesi

L'agguato in casa perché voleva che ritirasse la denuncia per fatti pregressi di minaccia, ma le telecamere-spia smascherano l'eccessiva violenza

L’avvocato Andrea Corradino ha difeso la vittima dei reati

L’avvocato Andrea Corradino ha difeso la vittima dei reati

La Spezia, 19 settembre 2019 - La bella casa che fino a pochi mesi prima aveva tirato a lucido nell’esercizio delle sue funzioni di collaboratrice domestica diventa teatro dell’incursione di soppiatto e dell’aggressione alla proprietaria. Obiettivo: ricattare l’ex datrice di lavoro, picchiarla, derubarla e indurla a ritirare una denuncia per fatti pregressi di minaccia.

Era accaduto il 12 aprile scorso. Ieri la resa dei conti con la giustizia di M. I., 53 anni, origini campane, residente a Follo. Ha voluto fare in fretta, sotto il peso dell’accusa. Ha patteggiato la pena: due anni e 6 mesi di reclusione a sigillo da accordo raggiunto dall’avvocato difensore Enrico Panetta col pm Monica Burani e il parallelo a un acconto di 10mila euro per il risarcimento del danno alla parte lesa, assistita dall’avvocato Andrea Corradino. La sentenza è del giudice Fabrizio Garofalo.

I fatti si erano originati dal desiderio di rivalsa della colf, alla luce di una causa di lavoro pendente. Ma, il 14 aprile scorso, si erano trasformati in un boomerang da codice penale. Era infatti finita a giudizio per minacce, minacce, lesioni e furto. I reati erano stati ravvisati dai carabinieri di Ceparana che - una volta avuto riscontro alla denuncia presentata dall’ex datrice di lavoro - avevano indotto il pm Monica Burani a chiedere la misura cautelare, poi disposta dal gip Mario De Bellis.

Sono stati i filmati delle telecamere-spia che sorvegliano la dimora a smascherare la colf all’atto dell’accesso abusivo, con l’uso di una chiave rimasta in suo possesso, primo tassello di un pesante mosaico di eventi, primo fra i quali la minaccia alla padrona, al suo rientro nell’abitazione: "Ti do dieci giorni per togliere la denuncia che mi hai fatto, se non lo fai, torno e ti ammazzo". Ne era poi seguita l’aggressione con tentativo di soffocamento (25 giorni di referto). Ultimo atto, il furto: 6mila euro e tre anelli d’oro. Di fronte al rischio di reiterazione dei reati, era scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, per controllare eventuali spostamenti da casa e, nel caso, procedere all’arresto con destinazione il carcere. Nessun passo falso della donna che, alla distanza, ha maturato il convincimento dell’opportunità di patteggiare, con l’effetto indotto di tornare presto in libertà.

Corrado Ricci