MARIACRISTINA SABATINI
Cronaca

Sabrina Speich: “Il clima sta cambiando. E anche gli oceani ne pagano lo scotto”

L’ocenografa e professoressa all’Ecole normale superiore di Parigi spiega gli effetti dell’innalzamento delle temperature delle acque sia sulla biodiversità che sui fenomeni meteorologici estremi

Sabrina Speich

Sabrina Speich

Sarzana, 2 settembre 2023 – Eventi climatici estremi, come quelli che sempre con maggiore frequenza coinvolgono anche il nostro Paese, portano ad interrogarci sul clima che muta. Su quanto tutto questo sia dovuto al comportamento dell’uomo e su cosa sia ancora possibile fare, per riportare indietro le lancette dell’orologio di un cambiamento che sembra ormai irreversibile. "Meraviglioso immenso mare", è il titolo dell’incontro che oggi, alle ore 15, vedrà protagonista al Festival della Mente, l’oceanografa fisica Sabrina Speich , professore all’Ecole normale superiore di Parigi. La scienziata è impegnata in ricerche sul ruolo dell’oceano sul clima e sulla biodiversità marina oltre ad essere presidente di diversi comitati sotto l’egida dell’Organizzazione meteorologica mondiale e dell’ONU. L’abbiamo intervistata per conoscere qualche cosa di più sui cambiamenti climatici ormai da tempo nettamente visibili sia sulla terraferma che nel mondo marino.

Dottoressa Speich, perché parlare di mare, quando si parla di meraviglia?

"Ho sempre amato il mare. Ne avevo delle stupende esperienze e volevo farne il mio lavoro. Da piccola, andavo al mare vicino a Trieste. Mio papà aveva una grande passione per la barca a vela. Praticamente in barca a vela io ci sono nata. In principio volevo fare l’Accademia Navale di Livorno ma avevo 13 anni ed era la fine degli anni 70. Mio papà mi ha spedito invece al liceo scientifico, perché amavo la matematica. Lì ho scoperto la fisica, me ne sono innamorata e ho deciso di abbinare le due cose diventando oceanografa fisica".

Quando ha iniziato a studiare i cambiamenti climatici ancora se ne parlava poco, è così?

"All’epoca si parlava poco di cambiamento climatico, anche se nella scienza, soprattutto quella dell’atmosfera, si aveva già un’idea che c’era un cambiamento in corso ma non si riusciva a misurare quello che era l’effetto umano sulla variabilità climatica. Rapidamente il problema del cambiamento climatico è arrivato alle nostre discipline. Abbiamo iniziato a lavorare insieme fra oceanografi, atmosferici, fisici per scoprire come funziona la fisica del mare, le correnti. Ancora oggi, dopo più di 30 anni che lavoro sul mare come scienziata, se inizio una ricerca sono sicura che troverò qualche cosa di nuovo perché è un campo infinito".

Si è molto parlato di ondate di calore sui continenti ma anche nel mare…

"Il Mediterraneo è molto caldo. È stato molto caldo anche lo scorso anno. Una temperatura media dell’oceano in superficie così calda non si è mai vista. Tutta quest’acqua, ad esempio, che sta cadendo sul nord dell’Italia, viene dall’oceano Atlantico. Un oceano più caldo scalda di più l’atmosfera e fa evaporare ancora più acqua. L’atmosfera più calda contiene più precipitazioni, c’è più energia, divengono quindi più intense. Tutta quest’acqua piove rapidamente e crea tantissimi problemi".

Tutto questo cosa comporta per la biodiversità?

"Il mare sta assorbendo il 90% del surplus di calore generato dal surplus di energia che c’è, a causa della concentrazione aumentata dei gas effetto serra. Il problema è che si cominciano a vedere anche nell’oceano segnali di temperature importanti. I sistemi biologici si stanno cercando di adattare. È da anni che si misurano delle migrazioni delle distribuzioni di varie specie di pesci che tendono ad andare sempre di più verso i Poli, ogni anno di qualche chilometro, perché cercano le stesse temperature, ma quando ci saranno queste ondate di calore molto importanti nel mare non tutti gli organismi si potranno adattare".

È vero che è colpa è dell’uomo?

"Si, è vero".

Si può fare qualche cosa per tornare indietro?

"Quello che si può fare è quello che stanno cercando di "spingere" le Nazioni Unite con il quadro per il cambiamento climatico. L’accordo di Parigi con le varie risoluzioni, con le quali si chiede non solo di diminuire le immissioni e l’Europa ha scelto il NET Zero (dal 2050 non più immissioni positive). Il problema è importante. Qui non c’è nessun bottone oggi per dire smettiamo e torniamo indietro, perché sono complicate le soluzioni da apportare ma sono fattibili. Bisogna che i governi si sveglino, perché più aspettiamo più andiamo lontani da quell’equilibrio che conoscevamo, in balia di eventi estremi. L’Europa del sud è in siccità da mesi. L’acqua che cade troppa e troppo rapida non è assorbita dalle nappe freatiche. C’è un problema all’accesso dell’acqua, all’agricoltura e non parlo di regioni lontane, ma iniziamo a sentirlo anche nell’Europa del Sud e i dati sono chiari. Sul Mediterraneo i regimi di precipitazione sono cambiati".

C’è qualche comportamento concreto da poter mettere in atto?

"Le soluzioni individuali non hanno molto impatto perché sono limitate. Occorre cambiare le infrastrutture energetiche, come usiamo l’energia. La Terra ha dei limiti da rispettare. Quello che è importante è che i governi, che possono emettere delle leggi, che possono mettere in opera delle infrastrutture si organizzino per fare qualche cosa che abbia un impatto".

Maria Cristina Sabatini