Cittadino raccoglie un coniglio a bordo strada, i carabinieri: “Non fatelo”

I militari forestali spiegano che in questo modo si condanna l'animale ad una vita da orfano in cattività

Carabinieri forestali

Carabinieri forestali

La Spezia, 5 aprile 2023 - Nelle ultime settimane i carabinieri forestali hanno portato a termine il recupero di diversi esemplari di animali selvatici feriti o in difficoltà. Come di consueto, infatti, nel periodo primaverile le segnalazioni si intensificano soprattutto a causa delle nuove nascite e l’uscita dal letargo di molte specie.

L’ultimo recupero è stato effettuato nella giornata di ieri quando un volontario Lipu ha consegnato ai carabinieri forestali un cucciolo di silvilago orientale o coniglio dalla coda di cotone, una specie originaria dell'America diffusa recentemente anche in Italia. L’esemplare è stato trasportato al centro di recupero animali selvatici (Cras) di Campomorone in provincia di Genova, in quanto nella nostra provincia non è presente un centro di recupero. Il coniglio recuperato aveva pochi giorni di vita ed era stato trovato da un cittadino che, vedendo il cucciolo sul ciglio della strada, temendo il pericolo che potesse essere investito da altre autovetture, ha deciso di spostare l’animale e consegnarlo ai volontari Lipu di Arcola che lo hanno anche sfamato con del latte.

L’animale sarà senz’altro curato ma non ci sono possibilità per lui che possa essere rimesso in natura perché l’uomo, pur allevandolo, non riesce a compensare i basilari insegnamenti sulla vita in natura che gli avrebbe fornito la madre. Per questo motivo si ricorda che devono essere recuperati solo gli animali in oggettiva difficoltà, ad esempio feriti. Nel caso specifico sarebbe stato sufficiente far allontanare il piccolo dalla strada senza toccarlo in quanto la madre era sicuramente nei paraggi, spiegano i carabinieri.

“Nel caso in cui si ritenesse indispensabile toccare l’animale per spostarlo – proseguono – è comunque indispensabile farlo con dei guanti in modo da evitare di imprimere l’odore umano. Infatti i nuovi nati abbandonano spontaneamente il luogo di nascita allontanandosi dai genitori i quali però continuano a vegliare su di loro e ad alimentarli. Chi interviene, anche con le migliori intenzioni, spostandoli e toccandoli, anche solo accarezzandoli, imprime sugli animali l’odore umano e la madre non riconoscendoli li abbandona. In questo modo vengono condannati ad una vita da orfani ed in cattività”.

Marco Magi