Cinque Terre, visitatori contingentati

"Riomaggiore e Manarola devono restare vivibili", dice il sindaco. Ecco i numeri

Turisti alle Cinque Terre

Turisti alle Cinque Terre

Riomaggiore (La Spezia), 19 aprile 2019 -  Due anni fa era toccato ai sentieri: ingresso contingentato ed escursionisti bloccati alla partenza in attesa di poter assaporare i panorami mozzafiato. Da domani, nelle Cinque Terre, toccherà anche ai borghi di Riomaggiore e Manarola, dove il concentramento massimo di turisti è stato messo nero su bianco dal Comune nel ‘piano speditivo di protezione civile’ sul rischio affollamento.

«Non sarà un numero chiuso, ma un numero giusto, per consentire ai turisti di accedere ai paesi in massima sicurezza», tiene a rimarcare il sindaco Fabrizia Pecunia, che sottolinea come lo strumento serva a «gestire i flussi turistici, affinché i nostri paesi non siano solo ospitali ma anche vivibili e sicuri». Anzi, Pecunia, per essere più ‘convincente’ ha già vergato due ordinanze all’indirizzo di Trenitalia-Rfi e del consorzio spezzino dei battellieri affinché si adeguino ai numeri individuati dal piano. Il senso è grossomodo questo: non sbarcate più turisti di quanti ne possano ospitare i borghi. Ovvero, un tema non distante da quello del ‘numero chiuso’ che da anni anima diverse mete turistiche e culturali d’Italia e che anche qui, tra terrazzamenti a picco sul mare e borghi da cartolina, belli ma fragili, diventa spesso occasione di dibattito.

Ma quante persone possono ospitare Riomaggiore e Manarola? Il numero è stabilito da uno studio realizzato ‘sul campo’, che non prende in considerazione solo i limiti imposti dalla circolare dei vigili del fuoco datata 2017, ma anche cinque coefficienti di vivibilità che differenziano le aree per caratteristiche topografiche, esposizione e valenza in ottica di protezione civile. Risultato? A Riomaggiore la capacità di affollamento complessivo individuata è di 9.990 persone (residenti compresi), a Manarola 7.768, frutto di una mappatura che assegna a ogni zona una capacità precisa in termini di ‘accoglienza’. Numeri certamente sotto rispetto alla valanga di visitatori che soprattutto in primavera ed estate prende d’assalto le 5 Terre.

A monitorare la situazione sarà una task-force di carabinieri in pensione, guardie ecologiche volontarie, agenti di istituti di vigilanza e ausiliari del traffico, pronti a dirottare i flussi dalle aree critiche alle meno affollate, verificando in tempo reale che i numeri stabiliti dal piano non vengano sforati. E se succede? «Se l’ordinanza non sarà rispettata presenteremo denuncia alla procura», avvisa Pecunia. «Le amministrazioni devono essere messe in condizione di garantire la sicurezza e la vivibilità dei borghi, mentre oggi sono le uniche responsabili nella gestione dell’affollamento, una problematica che però vede più soggetti coinvolti e dovrebbe essere dunque affrontata in maniera concertata. Tuttavia ciò non avviene: è inconcepibile che Trenitalia non ci comunichi quanti turisti porta ogni giorno nei nostri borghi. Sono gli operatori economici che devono adeguare la loro attività agli spazi disponibili, e non viceversa».

Matteo Marcello