Cinghiali, l’offensiva dei sindaci. Il lamento sale dalla Val di Vara

"La svolta annunciata contro gli abbattimenti dimostra che la legge può essere applicata in modi diversi". Attacco all’Asl 5 per le sanzioni ai piccoli allevamenti e gli assist all’operazione-salvezza di 9 ungulati

I cinghiali (due adulti e sette cuccioli) sorvegliati speciali dagli animalisti

I cinghiali (due adulti e sette cuccioli) sorvegliati speciali dagli animalisti

La Spezia, 26 agosto 2022 - Con ogni probabilità si conoscerà oggi la localizzazione dell’"area idonea" al trasloco dei cinghiali da 18 giorni vaganti nel parco off limits della Maggiolina e alimentati dal presidio animalista che ha centrato l’obiettivo dell’impegno assunto dal presidente della Regione Giovanni Toti a non abbatterli "in via eccezionale". Ma intanto sulla scena irrompono tutti sindaci della Val di Vara.

"La svolta dimostra che la legge può essere applicata in modi diversi: prima era obbligatorio abbattere i cinghiali, ora è invece possibile ricollocarli, evitando di urtare la sensibilità degli animalisti".

Il rilievo, trasversale, è di quelli che pesano sul piano istituzionale, al di là degli schieramenti che restano sullo sfondo a fronte dell’obiettivo primario di tutela di allevatori e agricoltori della Val di Vara. Lo hanno sottoscritto, in calce alla lettera inviata al direttore generale dell’Asl 5 Paolo Cavagnaro, Marco Cosini (sindaco di Beverino, centrodestra), Stefano Coduri (Borghetto, centrodestra), Corrado Fabiani (Brugnato, centrodestra), Mario Scampelli (Calice al Cornoviglio, centrosinistra), Piero Mortola (Carrodano, centro sinistra), Ivano Barcellone (Pignone, cd), Loris Figoli (Riccò, cd), Roberto Canata (Rocchetta, cs), Marco Traversone (Sesta Godano, cs), Simone Sivori (Zignago, cd).

La molla scatenante è stata la replica dell’Asl 5 al sindaco di Sesta Godano Traversone che aveva lamentato "l’eccessivo rigore nei confronti delle aziende zootecniche di piccole o piccolissime dimensioni diffuse nel nostro entroterra" là dove l’azienda aveva sostenuto che la stessa "fa precisa applicazione della legge, senza alcuna volontà punitiva".

Ora la stoccata (a nuora perchè suocera intenda..) di tutti i primi cittadini, con una raffica di interrogativi.

" Viene da chiedersi perché in alcuni casi (i nostri allevatori) la legge possa essere applicata solo in chiave repressiva e sanzionatoria mentre in altri (i cinghiali) essa consenta interpretazioni secondo la ragionevolezza ed il sentire comune. Forse a nessuno importa la sorte di famiglie che sopravvivono grazie a piccoli allevamenti? Forse sfugge l’importanza della loro presenza sul territorio, per la manutenzione delle aree interne e per la produzione di alimenti di qualità e di prossimità? Nessuno coglie la rilevanza sociale ed anche culturale di queste piccole realtà che spesso esistono da generazioni e perpetuano antichi saperi e tradizioni? Forse queste persone sono meno importanti di quei 9 cinghiali che hanno messo in movimento la macchina amministrativa e politica dalle fondamenta ai vertici?"

Deduzione: "I responsabili della sanità animale di Asl 5 che ora sovraintenderanno al salvataggio dei cinghiali alla Spezia sembrano non interessarsi minimamente al salvataggio di centinaia di piccoli allevatori, primeggiando sul fronte delle sanzioni irrogate con un’efficienza che non trova eguali quando ad esempio dovrebbero farsi carico di altre questioni, come le colonie feline ed il problema della sterilizzazione, quasi totalmente trascurato. I temi infatti sono numerosi e riguardano anche quei territori nei quali la presenza di attività zootecnica non ha dimensioni significative".

Per questo i sindaci chiedono un ulteriore confronto con gli uffici competenti, indicando nel Comune di Sesta Godano la sede idonea, sulla via della continuità. Cio con la speranza che venga condivisa una prospettiva di cooperazione tra le istituzioni interessate "che si incentri sul rispetto delle norme ma anche delle persone, sul controllo delle attività zootecniche ma anche sulla loro salvaguardia ed in generale sul dialogo, più che sull’irrogazione di sanzioni".