Dava cibo ai piccioni, condannata: deve andarsene da casa

Ex professoressa condannata per lesioni a un anno e due mesi, la condizionale scatterà al pagamento della provvisionale di 5mila euro

Ornella Orsucci all’epoca della testimonianza raccolta da "La vita in diretta"

Ornella Orsucci all’epoca della testimonianza raccolta da "La vita in diretta"

Spezia, 9 gennaio 2019 - Ha fatto centro l’offensiva giudiziaria della Procura della Repubblica contro Ornella Orsucci per gli effetti lesivi su terzi delle sue premure ossessive nei confronti dei piccioni; è accaduto forse al di là delle stesse aspettative del pm che, all’esito della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione. Il giudice Diana Brusacà ha ritenuto l’imputata, ex insegnante di Lettere, affetta da un vizio parziale di mente, colpevole del reato di lesioni volontarie (per dolo eventuale) e l’ha condannata a un anno e due mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 5mila euro a titolo di risarcimento del danno a favore della parte lesa - costituita nel processo attraverso l’avvocato Sergio Busoni - condizionando all’esecuzione del saldo la possibilità di godere della sospensione condizionale della pena.

CONDANNATA LA 'REGINA DEI PICCIONI': CERCO' DI INVESTIRE I VIGILI CHE VOLEVANO BLOCCARLA  (clicca qui per andare all'articolo)

In pari tempo sull’imputata, ritenuta socialmente pericolosa, pende anche lo ‘sfratto’ dall’abitazione-richiamo dei piccioni: il giudice ha disposto le misure di sicurezza dell’allontanamento dall’abitazione (entro due mesi) e della libertà vigilata, con obbligo per l’Orsucci di relazionarsi con l’Asl, per opportune cure.

Così il verdetto che sanziona il comportamento della donna là dove lo stesso si è risolto in un grande disagio e in incubi per i vicini di casa alle prese con le incursioni non solo dei volatili attratti dal mangime offerto ma anche dei loro parassiti capaci di veicolare 60 agenti patogeni. Il processo in questione, oltre alla violazione delle ordinanze sindacali che vietano lo spargimento di granaglie, riguardava infatti anche le lesioni inferte ad una vicina di casa da un parassita, nel 2012: 15 giorni di referto. Un mese fa, la svolta al rialzo nel processo.

Il reato, inizialmente contestato sul piano ‘colposo’, era stato configurato dal pm Alessandro Casseri come «doloso», seppur sul piano del dolo eventuale: non era intenzione diretta della Orsucci arrecare ferite, con la sponda del parassita, alla vicina ma, quando spargeva le granaglie, aveva messo in conto il rischio di innescare infezioni. Gli avvocati difensori Luigi Chittoni e Cesari Bruzzi, perizia alla mano, ieri avevano convinto il pm a chiedere l’assoluzione dell’imputata per incapacità di intendere e volere. Il giudice, però, ravvisando un vizio parziale di mente, insufficiente ad esentare l’imputata da sanzioni penali, aveva sollecitato il pm a chiudere con l richiesta di condanna. Il verdetto è arrivato di conseguenza, con l’effetto indotto di rafforzare la portata generale dei divieti di assist alimentari ai piccioni, a tutela del decoro cittadino.

Corrado Ricci