"Ci preoccupano i positivi al Sant’Andrea Occorre individuare al più presto la falla"

Quaranta i contagi tra medici, infermieri e sanitari negli ospedali della provincia. Quindici quelli registrati al San Bartolomeo

I 40 casi di positività tra il personale sanitario dell’Asl 5 ha fatto alzare la soglia di guardia. Ma l’attenzione maggiore dell’Asl è rivolta soprattutto ai casi esplosi nel nosocomio spezzino che sono in numero maggiore rispetto ai quindici casi riscontrati al San Bartolomeo e rilevati nelle ultime 24 ore dalla stessa azienda sanitaria e così distribuiti: 12 infermieri e 3 medici che lavorano nei reparti di cardiologia, dialisi, geriatria, medicina, medicina multispecialistica, urologia e rianimazione.

Più ampio invece il quadro dei dati fornito, sempre dall’Asl spezzina, ma relativo a 3 giorni fa. In questo ultimo report oltre ai positivi sarzanesi si individuano anche i casi di contagio nella struttura spezzina e dunque ci può essere qualche discrepranza tra un elenco e l’altro. Ma vediamoli nel loro complesso: 1 infermiere in Cardiologia (Sarzana), 1 medico e 1 infermieri in cardiologia (Spezia), 1 infermiere in dialisi (Sarzana) e 1 medico nefrologo, 1 medico fisiatra, 1 infermiere geriatra, 4 operatori Gsat (2 infermieri, 1 biologa, 1 fisioterapista), 4 infermieri in Medicina (Spezia), 1 medico e 1 infemiere in medicina multispecialistica (Sarzana), 2 infermieri neurologia, 4 infermieri e 1 medico otorino-ortopedia, 1 biologia in patologia clinica, 2 infermieri pneumologia, 1 infermiera prechirurgico (Spezia); 1 infermiere pronto soccorso (Spezia) 3 infermieri Spdc, 1 infermiere in ne urologia. "Questi dati – spiega Massimo Bagaglia della Uil – ci sono stati forniti due giorni fa (ndr tre per chi legge). Sono dati pesati e ufficiali anche se il polso della situazione noi lo abbiamo con i nostri iscritti: sono in diversi ad essere a casa malati. Abbiamo chiesto all’Asl massima attenzione e penso che questa sia confermata anche negli intenti. C’è stato presentato una sorta di programma che prevede tamponi più puntuali a scadenza sul personale. Per esempio chi lavora in aree ad alta criticità i tamponi saranno effettuati ogni 10 giorni mentre chi lavora in bassa intensità sarà ogni 15. Devo dire che abbiamo notato una nuova attenzione da parte dell’Asl al suo personale. Era una cosa che non vedevamo da tempo. Il personale è poco e non è facile reperirlo e dunque questo se lo devono tenere ben stretto. Sanno benissimo che se la prima fila inizia a scricchiolare viene giù tutto. Dall’incontro con il direttore Paolo Cavagnaro abbiamo ricevuto la sensazione di un ritrovato tentativo di riprendere gli accordi". Per Assunta Chiocca Nursind non ci sono dubbi: "Sono convinta che quanto accaduto a Sarzana si recupererà presto. Si tratta di un ambiente protetto. I contagi di Spezia mi preoccupano di più. Gli arrivi nelle stanze buffer con pazienti vicini alle stanze pulite mi lascia perplessa. Ma soprattutto non abbiamo il personale sufficiente, non si può pensare di aprire se non c’è personale. Caso mai vanno chiusi dei servizi e il lavoratore inviato dove serve".

La situazione sarzanese non preoccupa neppure la Cgil. "L’ospedale di Sarzana è strutturato per accogliere i covid – spiega Daniele Lombardo – e qualche caso di contagio si deve mettere in conto. L’incidenza a Sarzana è bassa. La questione sono i casi dove non ti aspetti e dove il livello di guardia non è alto come in un ospedale covid. Ora tutto il personale viene sottoposto a tamponi e questo offre maggiori garanzie". I cinque casi di positività riscontrati in medicina a Sarzana fanno sorgere parecchi dubbi invece a Salvatore Currenti della Cisl – "Problemi sui dispositivi di protezione non ne abbiamo – assicura – ma mi preoccupa la situazione della medicina di Sarzana per me i dati sono anomali. Troppi positivi rispetto ai dati precendenti e dello scorso anno. Tutto è scoppiato a dicembre e gennaio occorre capire dove è il problema, va individuato al più presto"

Anna M. Zebra