Ceneri interrate, Asl e Finanza in Comune

Prende consistenza l’inchiesta della procura sul caso degli scarti delle centrali termoelettriche. Blitz a Borghetto Vara e Carrodano

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Si sono presentati di buon mattino: prima nel municipio di Borghetto Vara, poi in quello di Carrodano. La richiesta era la stessa: entrare in possesso di tutte le carte che attestano la consistenza e l’eventuale messa in sicurezza delle aree in cui, fra la fine degli anni ‘70 e la metà degli anni ’80, furono interrate le ceneri derivanti dalla combustione del carbone utilizzato nelle centrali termoelettriche. Prende quota l’indagine dalla procura della Spezia e coordinata sul campo da Asl e dalla sezione operativa navale della Guardia di finanza. A distanza di un anno dai carotaggi effettuati nell’ area degli impianti sportivi di Borghetto Vara (che avevano fatto emergere la presenza di ceneri) il sostituto procuratore Elisa Loris ha dato nuovo impulso alle indagini per arrivare alla definizione di una vicenda lunga ormai mezzo secolo. Ieri, un ispettore dell’Ufficio di igiene e sanità pubblica, assieme ad alcuni finanzieri, ha bussato alle porte dei due Comuni per chiedere tutta la documentazione relativa alle vecchie discariche ancora in possesso degli uffici. Entrambe le amministrazioni si sono impegnate a fornire in breve tempo agli inquirenti tutto quanto possa essere di interesse nella definizione dell’inchiesta che, sebbene esposta alla prescrizione dei reati, è destinata tuttavia a produrre una mappatura dei siti propedeutica alle azioni amministrative di messa in sicurezza e bonifica.

Una vicenda iniziata nel 2015, quando il comitato ‘Spezia via dal carbone’ denunciò la presenza di ceneri nell’ex discarica di Ghiarolo, poco lontano dal centro abitato di Borghetto. Quintali di cenere che rischiavano di finire nel fiume, e che hanno portato l’amministrazione comunale a intervenire con un ampio progetto di messa in sicurezza del sito. L’ulteriore svolta è arrivata un anno fa, quando alcuni accertamenti effettuati sempre a Borghetto da Asl su un pozzo in costruzione avevano portato ad allargare il tiro verso l’adiacente area degli impianti sportivi, con i carotaggi che confermarono i sospetti. L’indagine si è allargata anche ad altre aree della Val di Vara. Così, oltre a Borghetto – dove i siti sensibili sono tre: l’ex discarica di Ghiarolo, l’area degli impianti sportivi e un compendio privato ma in passato di proprietà pubblica –, l’attenzione degli inquirenti si è spostata a Carrodano, nella zona di Ca’ di Vara: sotto il piazzale di un’area privata ci sarebbero infatti grandi quantità di ceneri. Da qui l’esigenza per gli inquirenti di ottenere tutta la documentazione da parte dei due Comuni. "Continueremo a dare la nostra piena disponibilità alla Procura, affinché faccia piena luce – spiega il sindaco di Borghetto, Claudio Delvigo – Anche noi vogliamo andare fino in fondo, e i responsabili di questa situazione ne renderanno conto. Certo, nonostante le nostre richieste, nessuno ci ha comunicato se siamo in presenza di problematiche di salute pubblica o meno". Anche a Carrodano, il sindaco Pietro Mortola sottolinea "massima collaborazione da parte del Comune. Si tratta di vicende di oltre 40 anni fa".

Matteo Marcello