Caro carburante, sos autotrasporto "Mazzata da 2mila euro al mese"

Confartigianato incontra la prefettura e lancia proposte "Abbassare l’Iva al 5% oppure introdurre il credito d’imposta"

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Gli aumenti del costo del gasolio e della benzina stanno creando enormi problemi alle imprese del settore trasporti: autotrasporto, trasporti marittimi, bus-operator, taxi, noleggi con conducente, natanti, pescherecci da giorni devono fare i conti con gli spropositati aumenti del carburante. Problematiche serie, che ieri una delegazione di Confartigianato ha fatto presente al viceprefetto Roberta Carpanese, in vista del prossimo incontro negoziale con il viceministro Teresa Bellanova fissato per oggi. La delegazione, guidata dal responsabile categorie Confartigianato Nicola Carozza e composta da Alessandro Sbrana, Stefano Ciliento, Daniele Da Costa e Ivano Cappelli, ha rappresentato i problemi legati agli aumenti continui del carburante: per fare degli esempi, un’imbarcazione per il trasporto marittimo con serbatoio da 5000 litri paga ogni 2-3 giorni dai 2.500 ai 3mila euro in più per fare rifornimento; un camion che opera in porto consuma in media 2.100 euro in più di gasolio al mese, il carburante per i pescherecci da ottobre ad oggi è passato da 0,60 centesimi di euro a 1,20 euro. "I prezzi di benzina e diesel sono oramai alle stelle – ha spiegato Nicola Carozza, responsabile sindacale Confartigianato – e sembrano in costante aumento. L’associazione ha voluto far giungere al governo anche dal territorio spezzino, grazie all’attenzione della Prefettura, il grido di allarme delle categorie economiche. Il prezzo del carburante si compone di 4 principali voci: accise, prezzo industriale, margine lordo e Iva. Le accise sono circa 18, introdotte tra il 1956 e il 2014. Poi ci sono il costo industriale del carburante, il margine destinato alla rete dei benzinai e l’Iva al 22%. Chiediamo al governo di studiare al più presto una misura anche temporanea che possa sterilizzare gli incrementi variabili del costo del carburante. Proponiamo di abbassare al 5% l’Iva sui carburanti o introdurre un credito di imposta del 30% immediato sul gasolio. Le categorie ritengono necessario l’adozione della regola, che già vige per gli aerei, che il maggior costo del gasolio, sia ribaltato in fattura".